Aggiornato al 14/06/2024 - 10:44
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Equivoci e risate

Siracusa, il “Miles gloriosus” di Leo Muscato e Paola Minaccioni conquistano il Teatro Greco di Siracusa

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L’opera di Plauto, rivisitata al femminile, ottiene diversi minuti di applausi scroscianti

Le premesse di una commedia brillante c’erano tutte, non soltanto per il genio ben noto di Plauto, ma per un cast bene assortito e per la presenza scenica di una eccezionale Paola Minaccioni, perfettamente calata nel ruolo del soldato fanfarone Pirgopolinice.

Dopo le tragedie Aiace e Fedra, va in scena una vera e propria commedia degli equivoci, con l’intento di far pagare una volta per tutte al fanfarone il regime di terrore instaurato tra i suoi mercenari, grazie alle macchinazioni dell’ “architetto” Palestrione, interpretato alla perfezione da Giulia Fiume. Al centro dell’inganno il desiderio di Palestrione di far tornare insieme la giovane donna Filocomasio e il suo precedente padroncino di Atene Pleusicle, impersonati rispettivamente da Gloria Carovana e Arianna Primavera, dopo che Pirgopolinice aveva rapito proprio Filocomasio, costringendola a diventare sua concubina.

Da qui partiranno una serie di trovate e gag mirate ad ingannare il fanfarone, convincendolo del suo fascino irresistibile verso le donne, una dote che più volte Pirgopolinice, rivolto al pubblico del Teatro Greco, ha detto che “gli ha causato tanti problemi”, sollevando l’ilarità generale.

Da segnalare l’interpretazione di Pilar Perez Aspa, un divertentissimo Periplectomeno, vicino di casa del fanfarone e protagonista dell’inganno perpetrato ai suoi danni, oltre al soldato ingannato per primo Sceledro, Francesca Mària, a cui si farà credere che il ritrovato Pleusicle abbia baciato la gemella di Filocomasio, donna del suo padrone.

Seppur priva del “pathos” che tradizionalmente le tragedie classiche cedono e ottengono al contempo, in uno scambio biunivoco, dalla cavea del Temenite, il “Miles Gloriosus” messo in scena ieri è stato in grado di regalare alcuni momenti di allegria e sana leggerezza, una “pausa” dai problemi e dalle vicissitudini quotidiane quanto mai necessaria.

Plauso finale alle musiche di Ernano Maletta, all’eccezionale coro e ai costumi di Silvia Aymonino, azzeccati e perfettamente in contesto con il clima della commedia.

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