Don Fortunato: “Segnato primo passo di un cammino per costruire ponti di pace”. Presenti rappresentanti islamici e buddisti, prossimo evento 4 ottobre
“Con questa prima esperienza di Conversazione ecumenica e interreligiosa abbiamo segnato il primo passo di un cammino che, ne sono certo, contribuirà a costruire ponti di pace. Abbiamo compreso che se mettiamo al centro della comune attenzione il “prendersi cura dell’altro” daremo nuova luce ad un umanesimo garante della vera giustizia, promotore della più autentica verità e, finalmente, sarà pace!”. Lo ha detto don Santo Fortunato, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Siracusa, a conclusione della conversazione “Custodi della Terra, artigiani di pace”, nella sala del Consorzio Plemmirio, nell’ambito delle iniziative per la pace promosse dall’Ufficio per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso, dall’Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro, e dall’Ufficio Pastorale per la cultura.
All’incontro erano presenti rappresentanti islamici e buddisti. Il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha inviato un video messaggio: “Qui in Terra Santa di pace se ne vede poca. Ma noi la dobbiamo difendere nelle nostre parole. C’è bisogno di credere in una prospettiva diversa ma dobbiamo avere il coraggio di reagire. Non dobbiamo arrenderci, non avere rabbia o sfiducia. Dobbiamo reagire all’odio e alla devastazione del territorio con un atteggiamento di cura dell’altro e risvegliare la cura per questa terra che non ci appartiene”. Pizzaballa ha ricordato: “La Terra Santa non è nostra né dell’altro. E’ di tutti. La narrativa dell’odio, del rancore, della forza fallirà. È solo questione di tempo. Quello che non è costruito nella dignità ha sempre una prospettiva di corto respiro. I palestinesi hanno perso tutto ma tengono viva la loro dignità. Alla quale dobbiamo portare rispetto. Tutto questo finirà e dovremo essere pronti a ricostruire e lo saremo se coltiveremo nel nostro cuore il desiderio di bene per ciascuno e non odio e rancore che distruggono. Solo l’amore costruisce. Il mio augurio è che tutte queste iniziative di desiderio di bene creino una cultura diversa da quella che stiamo subendo ora, a Siracusa come in tutte le parti del mondo, perché dopo la distruzione si possa costruire e ci siano artigiani pronti a lavorarci”.
All’incontro è intervenuto mons. Antonino De Maria, direttore Uredi della Conferenza Episcopale Siciliana, il prof. Francesco Bonanno, docente di Lingua e cultura ebraica biblica presso la “Pontifica Facoltà teologica di Sicilia” e rappresentanti islamici e buddisti. L’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto ricordando che ci dobbiamo “prendere cura dell’altro” ha detto: “Il mondo è affidato all’uomo perché lo custodisse. Un mondo sacro che non dobbiamo profanare. Al centro c’è la persona che vive nel rapporto con l’altro, si dona e riceve. Dobbiamo difendere la nostra identità ma donare la vita e costruire la comunione con l’altro che è nostro fratello”.
L’incontro è stato coordinato da don Santo Fortunato. “Guardando e ad un cammino diocesano che, fino ad ora, ci ha visto “passeggiare in solitudine”, abbiamo deciso di cambiare “orientamento e paradigma” e di porre come fulcro della nostra azione pastorale l’imprescindibilità del dialogo – ha detto -. Non si può non dialogare! L’esperienza maturata oggi ci apre alla speranza di poter seminare pace nel terreno fertile della fraternità umana”.
Ramzi Harrabi, mediatore culturale, ha sottolineato che la via della pace è una sola, il dialogo: “La via della pace deve partire dall’individuo, dalle famiglie, dalla comunità. Il prossimo è il nostro specchio. In ogni essere umano c’è una cellula di Dio”. I rappresentanti buddisti hanno voluto evidenziare come “ognuno di noi, abitante di questa terra, deve diventare agente del cambiamento ripetendo azioni che generano un’onda. Proteggere la dignità della vita e costruire un mondo dove le persone possano vivere felici in pace”.
Ramzi Harrabi, mediatore culturale, ha sottolineato che la via della pace è una sola, il dialogo: “La via della pace deve partire dall’individuo, dalle famiglie, dalla comunità. Il prossimo è il nostro specchio. In ogni essere umano c’è una cellula di Dio”. I rappresentanti buddisti hanno voluto evidenziare come “ognuno di noi, abitante di questa terra, deve diventare agente del cambiamento ripetendo azioni che generano un’onda. Proteggere la dignità della vita e costruire un mondo dove le persone possano vivere felici in pace”.
Prossimo appuntamento domenica 4 ottobre alle ore 10.00 nel salone della parrocchia “Madre di Dio” di Siracusa sulle comunità energetiche come proposta per le diocesi. Interverranno l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto; don Giuliano Salvina, Direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo ed il dialogo interreligioso della Cei; don Bruno Bignami, Direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali ed il lavoro della Cei; la prof.ssa Marisa Meli, docente di Diritto privato all’università di Catania; ing. Andrea Noè dell’Ufficio per i Beni culturali e l’edilizia di culto dell’Arcidiocesi di Siracusa.