Il ministro dell’Istruzione e del Merito illustra a Ortigia le novità della manovra e la strategia per colmare il divario tra competenze e mondo produttivo, con investimenti su digitalizzazione, intelligenza artificiale e apertura delle scuole al territorio insieme a Confindustria guidata dal presidente Orsini
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto in collegamento alla seconda giornata della prima edizione dell’Education and Open Innovation Forum di Siracusa, che ha riunito a Ortigia istituzioni e imprese per affrontare le sfide del capitale umano di fronte all’intelligenza artificiale e al calo demografico. Il numero simbolico 11,2 per cento di under 14 previsto per il 2050 ha fatto da filo conduttore ai lavori.
«Nella legge di bilancio – ha annunciato Valditara, collegato telefonicamente -, sono riuscito a ottenere 265 milioni di triennio per gli ITS, questo è un investimento che avevo promesso al mondo dell’istruzione tecnologica superiore, un investimento importante che consente agli istituti tecnici di continuare quel percorso di crescita fondamentale per il mondo produttivo».
Il ministro ha poi affrontato il tema del mismatch tra competenze disponibili e richieste del sistema produttivo. «Quando io parlo con degli imprenditori la lamentela più rilevante che mi sento fare è quella: ci mancano le competenze, ci mancano le qualifiche per poter essere competitivi, per poter sviluppare la nostra impresa», ha spiegato Valditara, illustrando la riforma del 4 più 2 come risposta strutturale al problema.
«La riforma del 4 più 2 significa anche che le imprese parteciperanno insieme con le scuole nella progettazione del curriculum formativo, è una rivoluzione – ha sottolineato il ministro – Il percorso prevede anche la possibilità che manager, imprenditori e tecnici possano insegnare nelle scuole come i docenti tradizionali, con l’obiettivo di ridurre il percorso a quattro anni “con un’attenzione forte alla qualità piuttosto che alla quantità».
Sul fronte della digitalizzazione, Valditara ha rivendicato gli investimenti realizzati. «Abbiamo investito 2 miliardi e 100 milioni di euro per la digitalizzazione di tutte le scuole. Abbiamo ridotto il gap da un device ogni sei studenti che c’era nell’anno scolastico 2021-2022. Ci stiamo avvicinando a un rapporto di uno device ogni due studenti».
Il ministro ha anche annunciato l’introduzione nell’educazione civica di ore obbligatorie dedicate all’uso corretto degli strumenti digitali e dell’intelligenza artificiale, con un investimento di 450 milioni di euro per la formazione degli insegnanti. «Siamo fra i primi Paesi che hanno avviato anche in via sperimentale l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per personalizzare la didattica», ha aggiunto, citando le sperimentazioni avviate in Calabria, Lazio, Lombardia e Toscana, con prossimi sviluppi in Campania, Piemonte e Liguria.
Valditara ha collegato questa visione alla proposta di Confindustria sulle scuole come presidi territoriali aperti oltre l’orario curriculare. «Abbiamo trasformato questa idea, questa visione nei programmi di Agenda Sud e Agenda Nord, dove la scuola è aperta tutto il giorno, dove la scuola vede il confronto con le realtà del territorio – ha dichiarato, sottolineando i risultati già ottenuti – In Puglia gli apprendimenti delle scuole coinvolti in Agenda Sud sono tre volte quelli delle altre, in Campania due volte».
Il ministro ha annunciato il raddoppio degli investimenti, “che saranno oltre un miliardo di euro”, coinvolgendo tutte le scuole elementari e 1.200 istituti tra nord e sud del Paese.
Il presidente nazionale di Confindustria Emanuele Orsini ha sottolineato come per la prima volta l’organizzazione degli imprenditori lavori insieme alle università sul tema della formazione. «Il tema centrale sono i giovani, le start-up, il digitale, l’intelligenza artificiale: le nuove sfide del futuro che dobbiamo sapere accogliere – ha affermato Orsini, ricordando gli investimenti della Zes unica nel Mezzogiorno – 5,6 miliardi generando 28 miliardi di investimenti e 35 mila assunzioni».
Sulla manovra finanziaria, il presidente di Confindustria ha mantenuto un atteggiamento critico ma costruttivo, indicando tre punti da discutere: i limiti della Pex per le partecipazioni societarie sotto il 10 per cento, l’utilizzo del credito d’imposta sui contributi e il fondo di garanzia per gli investimenti. «Noi abbiamo un mestiere che è quello di dire le cose che ci piacciono e quelle che non ci piacciono», ha concluso Orsini.








