Aggiornato al 04/09/2025 - 19:00
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Carceri siciliane in crisi: meno agenti penitenziari per più detenuti, M5S interroga Nordio

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D’Orso deposita interrogazione al ministro per la grave carenza di personale. 200 agenti in pensione a breve termine

“La Sicilia ha più detenuti, più carceri ma meno polizia penitenziaria rispetto ad altre regioni d’Italia, come per esempio la Lombardia e la Campania. Lo ha denunciato il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria Sicilia Gioacchino Veneziano.

È evidente che la situazione degli istituti penitenziari della Regione Sicilia desta crescente preoccupazione sotto il profilo della sicurezza, della tutela del personale di polizia penitenziaria e della tenuta complessiva del sistema carcerario. Per questo nelle prossime ore depositerò un’interrogazione al Ministro della Giustizia per sapere se è a conoscenza di questa grave carenza di organico e quali iniziative urgenti intenda adottare per colmare tale squilibrio rispetto ad altre regioni, per garantire condizioni di lavoro dignitose e sostenibili per il personale di polizia penitenziaria in Sicilia, partendo da una non più procrastinabile revisione in aumento delle piante organiche”.

Così in una nota la capogruppo M5S in commissione Giustizia alla Camera Valentina D’Orso.

“La deputata regionale 5 Stelle Roberta Schillaci – aggiunge – ha già segnalato questa grave criticità al nuovo garante regionale dei detenuti. Pur avendo più detenuti e più istituti penitenziari rispetto, ad esempio, alla Lombardia la Sicilia risulta sottodimensionata per quanto riguarda la presenza di ispettori, sovrintendenti e agenti di polizia penitenziaria.

D’altra parte, se da una parte il Dap sembra abbia previsto un’integrazione di 306 unità in Sicilia, dall’altra secondo le stime sindacali quasi 200 agenti andranno in pensione entro breve termine e altri 70 sono attualmente impiegati in servizi esterni come le scorte e i nuclei investigativi, rendendo di fatto l’integrazione inefficace. Questa cronica carenza di organico comporta un grave sovraccarico di lavoro, espone gli agenti a condizioni lavorative insostenibili, riduce l’efficacia delle attività trattamentali e riabilitative e aggrava il rischio di eventi critici all’interno delle carceri siciliane”.

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