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Aggiornato al 23/12/2024 - 13:57
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Primato poco invidiabile

Sicilia al secondo posto per rapine in banca: i dati del Rapporto Fabi 2024

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La Sicilia si distingue negativamente nella classifica nazionale, con un indice di rischio superiore alla media. Messina e Palermo tra le province più colpite

La Sicilia si colloca al secondo posto tra le regioni italiane per numero di rapine in banca, secondo i dati diffusi dalla Fabi, basati sul rapporto 2024 dell’Ossif, il centro di ricerca Abi sulla sicurezza anticrimine. I numeri, aggiornati al 2023, tracciano un quadro complesso, con un calo generale delle rapine a livello nazionale, ma con l’Isola che rimane protagonista negativa.

I numeri nazionali: calo generale delle rapine

Nel 2023 si sono registrate 80 rapine in banca in tutta Italia, in calo del 35,5% rispetto alle 124 del 2022. L’indice di rischio, ovvero il numero di rapine ogni 100 sportelli, è sceso a 0,4, rispetto allo 0,6 dell’anno precedente. “I dati confermano un trend di diminuzione in atto da anni,” ha dichiarato Gabriele Urzì, dirigente nazionale Fabi e responsabile salute e sicurezza.

La situazione in Sicilia

Con 14 rapine registrate nel 2023, la Sicilia si posiziona al secondo posto per numero di episodi e per indice di rischio, con un valore di 1,3 rapine ogni 100 sportelli, più del triplo della media nazionale. A livello provinciale, Messina e Palermo sono al sesto posto con 4 rapine ciascuna, seguite da Catania con 3 rapine (ottavo posto).

L’indice di rischio più alto è stato registrato a Messina con 3 rapine ogni 100 sportelli, seguito da Agrigento (1,9), Palermo (1,6) e Catania (1,3).

“Questi dati mettono in luce la vulnerabilità della nostra regione in un contesto nazionale in miglioramento,” ha sottolineato Urzì.

Come agiscono i rapinatori

Secondo il rapporto, i rapinatori operano prevalentemente in coppia (35%) o da soli (30%), coprendo il volto (79%). Gli episodi si concentrano soprattutto il venerdì (34%), in un lasso di tempo medio inferiore ai 10 minuti (76%) e tra le 15 e le 16 (23%).

Per quanto riguarda le modalità, prevale l’uso di armi da taglio (35%), seguito da minacce verbali (32%), armi da fuoco (23%) e armi finte o improprie (10%). Gli ingressi principali degli istituti bancari sono il punto d’accesso privilegiato (71%).

Un quadro complesso da affrontare

Mentre a livello nazionale si registra una riduzione degli importi sottratti – da 22,8 milioni di euro nel 2013 a 1,8 milioni nel 2023 – in Sicilia il fenomeno rimane un problema di sicurezza che richiede interventi mirati e una maggiore vigilanza.

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