Il vice-presidente del gruppo parlamentare PD, Mario Giambona sottolinea come il suo partito sulle quote di genere non ha alcuna intenzione di arretrare
“Sul disegno di legge degli enti locali il governo Schifani eviti l’ennesimo nulla di fatto. È necessario che la maggioranza si assuma la responsabilità di affrontare il disegno di legge con coraggio perché sarebbe un fallimento qualora dovesse tornare nuovamente in commissione. Chiediamo senso di responsabilità nei confronti di sindaci e amministratori locali che hanno riposto aspettative in questa riforma“. Lo ha detto il vice-presidente del gruppo parlamentare PD, Mario Giambona, commentando il disegno di legge per la riforma degli enti locali siciliani. Una mattinata di lavoro intensa in aula con l’analisi del Ddl Enti Locali e resa concitata all’esterno di Palazzo d’Orleans da un presidio di protesta sulle quote di genere nelle giunte comunali della regione. “La maggioranza Schifani deve affrontare con grande serietà questo tema – continua Giambona -. In passato abbiamo confermato alla commissione affari istituzionali la nostra posizione in modo netto, inequivocabile e irrevocabile. La Sicilia deve adeguarsi alle norme in vigore nelle altre regioni d’Italia, che prevedono che la quota di genere sia del 40% – spiega il deputato del Pd -. Noi abbiamo proposto di arrivare al 50% e aggiungiamo anche la necessità dell’istituzione di un regime sanzionatorio per tutti quegli enti locali che non si adegueranno a questa disposizione normativa. A questa condizione il Pd è disponibile a trattare – ha precisato -, in caso contrario in aula sarà bagarre. Questo è infatti l’unico aspetto significativo di una norma che non è una vera riforma e che al momento è solo un modo per accontentare questo o quell’altro seguace politico”. Infine, Giambona conclude spiegando che “quello che manca a questa proposta normativa è sicuramente una maggiore attenzione in termini di trasferimento di risorse e di disponibilità di personale per i tanti comuni siciliani che si trovano in grave crisi. I sindaci non chiedono una falsa riforma ma soluzioni concrete a problemi reali, proprio come quelli che affrontano quotidianamente a mani nude senza il sostegno della maggioranza di questo governo.