Il Tribunale infligge 1 anno e 6 mesi (pena sospesa) a Vincenzo Parlato, assolto però dall’abuso d’ufficio. Non si applica la Severino. Annunciato appello
Si chiude con una condanna per falso ideologico per induzione e un’assoluzione per abuso d’ufficio il processo di primo grado a carico del sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato. I giudici del Tribunale collegiale di Siracusa hanno inflitto al primo cittadino una pena di 1 anno e 6 mesi di reclusione, concedendo la sospensione condizionale e la non menzione nel casellario giudiziario. Cruciale, per le sorti amministrative, l’assoluzione dall’abuso d’ufficio: non scatta infatti la Legge Severino e Parlato potrà continuare a svolgere il suo mandato.
La vicenda giudiziaria risale all’ottobre 2020 ed è incentrata sulla nomina del revisore dei conti del Comune. Secondo l’accusa, sostenuta dalla Procura di Siracusa che aveva chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi, Parlato avrebbe alterato l’esito del sorteggio previsto dalla normativa regionale per la scelta del professionista. Il fulcro dell’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, è stato un video della seduta consiliare, poi diffuso anche sui social media, in cui il sindaco, incaricato dell’estrazione dall’urna, appariva secondo l’accusa avere già un foglietto in mano prima di pescare, estraendone poi uno identico. Le Fiamme Gialle avevano anche rilevato presunte differenze nella carta e nel carattere di stampa del biglietto estratto.
Il caso era stato caratterizzato anche da complesse vicende cautelari: inizialmente il GIP di Siracusa aveva disposto per Parlato il divieto di dimora a Sortino, misura che portò alla sospensione dalla carica da parte della Prefettura. Tuttavia, lo stesso GIP revocò il divieto dopo appena una settimana e, successivamente, nel maggio 2023, la Corte di Cassazione annullò definitivamente la misura cautelare. La sentenza di oggi rappresenta dunque il primo giudizio di merito, contro cui la difesa ha già annunciato ricorso.