Il centrodestra siciliano si prepara a un blitz all’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) per reintrodurre il voto diretto nelle ex Province, oggi note come Liberi Consorzi

I leader della maggioranza hanno deciso di annullare il voto di secondo livello, previsto per il 15 dicembre, e di approvare una legge che permetta ai cittadini di eleggere direttamente presidenti e consiglieri.

La decisione è stata presa durante un vertice di maggioranza a Palazzo d’Orleans, dove non sono mancati i dubbi, soprattutto da parte dei rappresentanti del partito di Fratelli d’Italia. L’operazione, sebbene complessa dal punto di vista tecnico-giuridico, potrebbe avere importanti conseguenze politiche. Con il countdown già avviato, la Sicilia si apprestava infatti a sperimentare per la prima volta le elezioni di secondo livello.

Il nodo delle elezioni di secondo livello Fino a ora, la legge prevede che il 15 dicembre saranno chiamati a votare solo i sindaci e i consiglieri comunali per eleggere i presidenti e le assemblee dei Liberi Consorzi, eredi delle ex Province mai del tutto consolidate. Lo stesso vale per i Consigli Metropolitani, mentre i sindaci dei capoluoghi di provincia mantengono di diritto la guida delle Città Metropolitane.

I timori del centrodestra Negli ultimi giorni, tuttavia, all’interno della maggioranza sono emersi dubbi sull’attuale procedura. Durante il vertice di lunedì mattina, è stato evidenziato il timore che i sindaci possano creare alleanze inaspettate, soprattutto in vista delle prossime elezioni, coalizzandosi tra comuni di colore politico diverso. Una prospettiva che ha allarmato i leader del centrodestra, preoccupati di perdere il controllo della situazione.

Il centrodestra ha quindi a disposizione un paio di settimane per far passare la nuova normativa, e la sfida sarà quella di convincere tutti gli alleati a sostenere la reintroduzione del voto diretto nelle Province.