[vc_row][vc_column][vc_video link=”https://youtu.be/eVTbMreGAhw”][vc_column_text]Lullaby è una delle canzoni più affascinanti, ipnotiche ed inquietanti dei The Cure pubblicata nell’aprile del 1989
Il video rappresenta le sequenze di un sogno, sinistro.
Il testo di Lullaby, interamente scritto a mano, squarcia l’atmosfera apparentemente calma e invitante che diventa subito claustrofobica ma colma di fascino.
Qualcuno ha interpretato Lullaby un’allusione al passato da tossicodipendente e il ragno ne è la metafora ovvero che il pezzo nasca come resoconto delle terrificanti “ninne nanna” che il padre gli cantava da bambino che invece di tranquillizarlo e di farlo addormentare gli facevano paura
“L’uomo ragno si avvicina sulle sue zampe colorate,
Dolcemente nelle ombre del sole serale
Cerca la vittima che trema nel letto
Ricerca la paura nella disperazione crescente
E di colpo!
Un movimento nell’angolo della stanza!
e non posso farci niente
Quando impaurito capisco
Che stasera sono la cena dell’uomo ragno!”
La base ritmica scandisce il tempo che sembra impadronirsi di tutto ciò che circonda e che presto diventerà una marcia terrificante.
È la marcia di un mostro, un mostro che si muove lentamente e si avvicina in silenzio, scavalca la finestra sulla morte per raggiungere Smith , paralizzato sul suo letto per nutrirsi di lui.
La voce dell’autore assume un timbro carico di paura via via si avvicina il mostro e sembra quasi preannunciare il peggio inchiodandolo sul letto.
“Tranquillamente ride e scuote la testa
Striscia più vicino fino ai piedi del letto
E più morbido ci un’ombra e più lesto di una mosca
Ho addosso le sue braccia e la lingua negli occhi
“Non muoverti fermo calmo Mio prezioso bambino
Non agitarti così o ti amerò solo di più
Perchè è troppo tardi per scappare
O accendere la luce”
Ma adesso Smith deve fare qualcosa, perché sa che la mente è capace di salvarlo anche questa notte se usa il coraggio come arma contro la paura e restare vivo, anche dalle fobie.
“Stasera sei la cena dell’uomo ragno”
E mi sento come se venissi mangiato
Da mille milioni di buchi pelosi e tremanti
E so che alla mattina
Mi sveglierò e tremerò di freddo
E l’uomo ragno ha sempre fame”[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]