Il dato emerge da un’analisi dettagliata concentrata su un gruppo di imprese della Sicilia orientale, nel cuore del distretto agrumicolo
Un recente studio condotto da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) getta luce sui costi di produzione delle arance in Sicilia, rivelando che per produrre un chilo di questo agrume, nella zona di Catania e Siracusa, la spesa media sostenuta dalle aziende è di circa 26 centesimi.
L’analisi ha preso in considerazione un cluster di aziende di pianura, specializzate nella varietà pigmentata (probabilmente il Tarocco, come suggerito da fonti correlate) e con una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) tra i 10 e i 20 ettari, dove le operazioni in campo sono gestite principalmente da manodopera familiare e avventizia.
I costi al dettaglio: manodopera in testa
Il quadro economico per ettaro coltivato mostra che il costo totale di produzione si attesta a 7.018,20 euro. Con una resa media stimata intorno alle 26,5 tonnellate per ettaro, si arriva all’equivalenza di 0,26 euro al chilogrammo.
A incidere maggiormente sul bilancio è la manodopera, che assorbe ben 3.314,40 euro per ettaro. Seguono a distanza i costi per l’approvvigionamento energetico e idrico, che raggiungono i 1.308,50 euro, segno dell’accresciuto fabbisogno di irrigazione dovuto all’andamento climatico recente.
- Manodopera: € 3.314,40
- Prodotti Energetici e Acqua: € 1.308,50
- Concimi: € 846,30
- Costi Fissi (Ammortamenti): € 874,40
- Prodotti Fitosanitari: € 477,10
- Spese Generali (Canoni, ecc.): € 197,50
Clima e tendenze nazionali: un settore sotto stress
Questi risultati si inseriscono in un contesto macroeconomico critico per l’agricoltura italiana. I dati Istat mostrano che la SAU nazionale dedicata agli agrumi è in calo del 2,9%, assestandosi poco sotto gli 84.000 ettari.
L’andamento riflette le difficoltà degli ultimi anni, caratterizzati da una diminuzione delle ore di freddo necessarie e da periodi di siccità prolungata. Nonostante un aumento delle rese produttive per ettaro (tonnellate prodotte), si registra una pezzatura ridotta dei frutti. La maggiore necessità di irrigazione, evidenziata dall’aumento dei costi per l’acqua nel 2024-2025, conferma l’impatto diretto del cambiamento climatico sulla gestione aziendale e sui bilanci degli agricoltori.







