La consigliera di Forza Italia spiega i motivi del voto contrario: nel documento prevista l’accensione di mutui milionari. “Il Sindaco abbandoni le forzature, c’è tempo fino al 28 febbraio per cambiare strada”
La bocciatura del DUP (Documento Unico di Programmazione) continua a scuotere le fondamenta della politica priolese. Dopo la nota dell’Amministrazione che denunciava il rischio di paralisi, arriva la dura replica politica di Patrizia Arangio, consigliere comunale di Forza Italia. Per l’esponente dell’opposizione, il voto d’aula non è un mero intoppo burocratico, ma un fatto politico che «certifica la crisi profonda di questa Amministrazione».
Il nodo del contendere: 13 milioni di debiti
Arangio svela i numeri che hanno portato al muro contro muro in Consiglio. Secondo la consigliera, il DUP bocciato non era un documento neutro, ma nascondeva una pesante ipoteca sul futuro della città. «Dentro quel documento è prevista l’accensione di mutui per circa 13 milioni di euro – attacca Arangio – una scelta che significa una cosa sola: indebitare il Comune e impegnare le future generazioni per coprire l’assenza di una visione e di una programmazione credibile». La “bussola” amministrativa, secondo Forza Italia, puntava insomma solo verso «debito, improvvisazione e isolamento politico».
La proposta: “Governo Tecnico subito”
Con la proroga del termine per l’approvazione del bilancio di previsione al 28 febbraio, si apre una finestra temporale che l’opposizione invita a non sprecare. Arangio lancia una proposta politica forte: la costituzione di un governo tecnico. «Rappresenta l’unica vera soluzione democratica – spiega la consigliera – per affrontare seriamente il bilancio di previsione, la sostenibilità finanziaria dell’ente e lo sviluppo strategico del territorio».
L’attacco al Sindaco: “Basta scappare”
La nota si conclude con un affondo diretto al primo cittadino, accusato di “disertare” il confronto in aula. «Priolo non ha bisogno di un sindaco che scappa, ma di una guida responsabile. Continuare a fuggire dal confronto, svuotare il Consiglio comunale del suo ruolo e governare attraverso forzature è politicamente inaccettabile». Arangio promette battaglia per «chiudere il capitolo di una gestione dei pochissimi» e mettere fine a quello che definisce un «asse di potere che decide, da solo, il bello e il cattivo tempo sulla comunità intera».









