Migliore e Tripoli: “Non è il momento di nuovi depuratori comunali. Chiediamo un tavolo immediato con Regione e Ministeri per difendere i lavoratori”
«Sulla vicenda del depuratore IAS di Priolo bisogna parlare chiaro. Non siamo davanti a scelte discrezionali, ma a decisioni giudiziarie e a norme precise che tutti devono rispettare». Intervengono così, all’unisono, il segretario generale della Ust Cisl, Giovanni Migliore, e il segretario generale della Femca Cisl, Alessandro Tripoli, sulla complessa crisi dell’impianto.
“Il distacco delle industrie è legge”
La Cisl traccia il percorso vincolante che ha portato alla situazione attuale: dal sequestro preventivo del 2022, alla sentenza della Corte Costituzionale, fino all’ordinanza del GIP del 31 luglio 2024. La conclusione è netta: «Il distacco dei grandi utenti industriali non l’abbiamo deciso noi: è previsto dalla legge».
«La FEMCA CISL ha sempre messo al centro la difesa dell’impianto e dei lavoratori», sottolinea Tripoli. «Ma davanti a questo scenario rilanciamo: se l’impianto deve andare verso un utilizzo civile, allora che sia un’occasione concreta di crescita».
La proposta CISL: la svolta è Augusta
Attualmente all’IAS scaricano 90 piccole aziende e i Comuni di Priolo e Melilli. Per salvare i posti di lavoro e garantire la sostenibilità dell’impianto, secondo il sindacato, è necessario l’ingresso di Siracusa e, soprattutto, di Augusta.
«È lì, su Augusta, la svolta», insiste il segretario. Far confluire i reflui della città megarese nell’impianto IAS permetterebbe di «eliminare definitivamente gli scarichi a mare, chiudere una delle ferite ambientali più gravi e costruire un futuro diverso».
Per questo, la Cisl lancia un appello alla politica: «Non è il momento di inaugurare nuovi depuratori comunali: la soluzione più rapida, economica ed efficace è potenziare e utilizzare al meglio l’impianto IAS».
“Basta proclami, vogliamo fatti”: chiesta la convocazione del tavolo
Uno studio di fattibilità già presentato, ricorda il sindacato, dimostra la validità di questa strada. «Alla politica diciamo basta con i proclami: qui servono decisioni vere e assunzioni di responsabilità», dichiarano Migliore e Tripoli.
La UST e la Femca Cisl annunciano battaglia in fabbrica e nei tavoli istituzionali e chiedono «subito la convocazione di un tavolo istituzionale con Regione, Comuni e Ministeri».
«Non ci accontenteremo di parole: pretendiamo fatti. Perché il tempo degli annunci è finito e i lavoratori non possono più aspettare».