Aggiornato al 27/12/2025 - 12:27
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Rigettata

Sanità e corruzione, Totò Cuffaro resta ai domiciliari: il Riesame respinge il ricorso

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Niente libertà per l’ex Governatore: i giudici di Palermo confermano la misura cautelare e lo condannano alle spese. Rigettata anche l’istanza del fedelissimo Vito Raso. L’accusa: “Ruolo di vertice nel comitato d’affari”

Le porte di casa restano chiuse per Totò Cuffaro. Il Tribunale del Riesame di Palermo ha respinto la richiesta di revoca della misura cautelare presentata dai legali dell’ex presidente della Regione Siciliana, che rimane dunque agli arresti domiciliari.

I giudici non hanno accolto le tesi difensive, confermando l’impianto accusatorio che vede l’ex governatore al centro di un presunto sistema illecito. Oltre alla conferma della misura restrittiva, Cuffaro è stato condannato anche al pagamento delle spese del giudizio.

Le accuse: le mani sulla Sanità

Al centro dell’inchiesta c’è l’ipotesi di reato di associazione a delinquere e corruzione. Secondo la Procura, Cuffaro avrebbe ricoperto un “ruolo di vertice” all’interno di un vero e proprio comitato d’affari capace di pilotare nomine, concorsi pubblici e ricchi appalti nel settore della sanità siciliana. Un sistema di gestione del potere che, secondo gli inquirenti, avrebbe continuato a operare condizionando le scelte amministrative.

Respinto anche il ricorso dell’autista

La decisione del Riesame ha riguardato anche Vito Raso, ex autista e uomo di fiducia di Cuffaro, anch’egli coinvolto nell’indagine. Anche per lui i giudici hanno rigettato la richiesta di riesame, confermando la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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