Aggiornato al 24/01/2025 - 14:43
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Mafia e narcotraffico: 22 arresti a Siracusa nel blitz contro il clan Attanasio, i nomi

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Operazione della Polizia e della Dda di Catania: smantellato il clan degli Attanasio, leader del traffico di droga nella città aretusea

Un duro colpo al narcotraffico e alla criminalità organizzata è stato inferto dalla Polizia di Siracusa, in collaborazione con la Dda di Catania, attraverso un’operazione che ha portato all’arresto di 22 membri del clan Attanasio, da anni monopolisti del traffico di droga sulla piazza siracusana.

L’operazione, frutto di una lunga e complessa indagine, ha smantellato l’organizzazione guidata da Giuseppe Guarino, soprannominato “zio”, reggente del clan. Tra gli arrestati figurano anche alcune donne, coinvolte nei traffici illeciti e in attività legate al controllo territoriale.

Un’organizzazione strutturata

I soprannomi emersi durante le indagini raccontano la struttura interna del clan e il ruolo dei vari componenti. Tra questi:

  • Davide Alfonso, detto “il biondo
  • Samuele Fava, noto come “spritz
  • Christian Genova, chiamato “baffetto
  • Anna Giustolisi, soprannominata “Sonia
  • Sebastiano Ricupero, detto “a ciolla”.

Gli altri nomi

  • Mattia Amenta, 23 anni, di Siracusa, detto “’u picciriddu”
  • Giulia Maurizio Arena, 49 anni, di Catania soprannominato “il catanese”
  • Gianclaudio Assenza, 30 anni di Siracusa
  • Alessio Attanasio, 54 anni di Siracusa
  • Mario Bonaventura, 30 anni di Catania Salvatore Castelli, di Siracusa, detto “u ciaurianu”
  • Salvatore Catania, 41 anni di Siracusa
  • Steven Curcio, 22 anni di Siracusa
  • Franca Di Luciano, 67 anni di Siracusa
  • Sebastiano Greco, 25 anni, di Siracusa
  • Nicholas Lauretta, 23 anni, di Siracusa
  • Samuele Montalto, 22 anni di Siracusa
  • Corrado Piazzese, 47 anni di Siracusa
  • Luigi Scollo, 46 anni, di Siracusa, chiamato “Gigi”
  • Gaetano Vinci, 42 anni di Siracusa

Un monopolio criminale sul narcotraffico

Secondo le indagini, il clan Attanasio aveva costruito un vero e proprio monopolio del traffico di droga, gestendo l’arrivo e la distribuzione di stupefacenti nella città di Siracusa e nei dintorni. Il controllo capillare del territorio permetteva al gruppo di mantenere una posizione dominante, utilizzando metodi intimidatori e una rete organizzata per la distribuzione.

Collaborazione tra le autorità

Il successo dell’operazione è stato possibile grazie alla sinergia tra la Polizia di Stato e la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania. Le indagini hanno svelato i dettagli dell’organizzazione, permettendo di ricostruire la catena gerarchica e le dinamiche operative del clan.

LA NOTA DELLA DDA DI CATANIA

Nella mattinata odierna la Polizia di Stato, su disposizione di questa DDA, ha dato esecuzione ad un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, che ha applicato la custodia cautelare in carcere nei confronti di 22 soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti con l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cod. pen., detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti parimenti aggravata ex art. 416 bis.1 cod. pen., detenzione e porto illegali di armi da sparo con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa e ricettazione.

L’indagine – che costituisce l’esito di una articolata attività investigativa coordinata da questa Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e condotta dalla S.I.S.C.O. (Sezione Investigativa di Catania del Servizio Centrale Operativo) di Catania e dalla Squadra Mobile di Siracusa – è lo sviluppo dell’attività che aveva portato, nel marzo del 2024, all’emissione, da parte di questa DDA, di 4 decreti di fermo, per i reati di associazione mafiosa e porto di arma da fuoco, nei confronti del soggetto ritenuto gravemente indiziato di essere il reggente del clan ATTANASIO vale a dire Guarino Giuseppe – e di 3 suoi stretti collaboratori, i quali, secondo l’impostazione accusatoria condivisa dal Giudice ma da verificare in tutte le fasi e gradi di giudizio, avevano assunto il controllo degli affari criminali all’interno del quartiere noto come “Borgata”.

Le suddette evidenze investigative confluite nell’ordinanza cautelare oggi eseguita, ferma restando la presunzione d’innocenza, hanno consentito di far emergere anche l’operatività, nella zona nord di Siracusa, del “gruppo della via Italia anch’esso riconducibile al clan Attanasio ed attivo negli stessi settori del traffico di droga e delle bische clandestine in collaborazione con il gruppo della Borgata.

Dalle indagini sarebbe emerso, a livello di gravità indiziaria, il quadro complessivo dell’attività delinquenziale posta in essere dagli indagati attraverso le condotte tipiche del reato di associazione di stampo mafioso, quali il compimento di atti di violenza ed intimidazione, anche con uso di armi da fuoco, per imporre la propria gestione criminale nel territorio di pertinenza, garantendo, attraverso i proventi dell’attività che confluivano nella cassa del clan, il mantenimento in carcere dei detenuti e l’assistenza ai loro familiari, nonché il pagamento degli stipendi ai sodali; il narcotraffico è risultato essere l’attività principale portata avanti dal gruppo destinatario dell’ordinanza cautelare, attivo anche nella gestione delle bische clandestine, affidate ad una donna anch’essa destinataria di custodia in carcere in qualità di concorrente esterno nel delitto associativo.

Attraverso le attività di intercettazione e le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, riportate nell’ordinanza, sarebbe anche emerso che Alessio Attanasio, condannato quale capo del sodalizio detenuto in regime di 41bis, ma tornato in libertà per una settimana durante il mese di luglio 2022, avrebbe assegnato i ruoli di responsabili dei gruppi della Borgata e della via Italia, percependo, attraverso la propria compagna – Giustolisi Anna (tratta oggi in arresto in quanto gravemente indiziata di partecipazione ad associazione mafiosa) in stato di libertà, quote dei proventi degli affari illeciti; la donna, inoltre, assumendo un ruolo di particolare valenza, seppur non direttivo ma di mera partecipazione, ha impartito disposizioni al reggente del gruppo Borgata in merito alle modalità di risoluzione dei conflitti, all’utilizzo del denaro provento degli affari illeciti ed all’impiego dei soggetti affiliati, anche ponendo il proprio esercizio commerciale a disposizione degli affiliati per frequenti riunioni ed incontri.

Le attività avrebbero, altresì, fornito elementi indiziari ritenuti gravi, circa la suddivisione dei ruoli tra gli affiliati, cui erano attribuite specifiche mansioni sulla base della collocazione gerarchica all’interno del gruppo; il reggente della Borgata, attivandosi nel dare un nuovo assetto al sodalizio, ne ha riorganizzato le attività criminali, impartendo precise direttive a tutti i partecipi in ordine alla gestione delle attività illecite ed avvalendosi di un proprio uomo di fiducia individuato quale responsabile del traffico di droga, sia per i rifornimenti che per lo smercio di tutte le sostanze stupefacenti trattate, ovvero cocaina, crack, hashish e marijuana; inoltre, attraverso le indagini sono stati individuati due canali abituali di fornitura, rappresentati da due soggetti catanesi anch’essi destinatari di misura cautelare, ed è stata ricostruita la linea dei c.d. pusher che si occupavano di svolgere materialmente le attività di spaccio all’interno della piazza di spaccio della Borgata, a fronte di veri e propri stipendi per lo più settimanali.

Grazie alla presente indagine, infine, è stata messa in luce, sempre a livello indiziario, la pronta disponibilità di armi e di relativi immobili dove occultarle da parte del sodalizio, che permetteva al gruppo criminale di esercitare la propria forza intimidatrice e riaffermare ove necessario la propria egemonia sul territorio, come emerso in occasione dell’azione intimidatoria del 19.1.2024, portata a compimento da parte di appartenenti sia al gruppo Borgata che al gruppo della via Italia, con esplosione di colpi di arma da fuoco all’indirizzo dell’abitazione di GAROFALO Alfio, episodio oggetto del decreto di fermo del marzo 2024; durante lo svolgimento dell’indagine, inoltre, sono state sequestrate 7 pistole e munizionamento vario, oltre a ingenti quantitativi di sostanza stupefacente.

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