[vc_row][vc_column][vc_video link=”https://youtu.be/6u6zw8aUqcE”][vc_column_text]Non sono stato in gioventù un grande fan di Vasco. Cioè ricordo un suo concerto in uno stadio, cioè più che altro in un campo di periferia (Augusta? Modica?) ai tempi di bollicine con pochi spettatori. All’epoca “chi non vespa più e si fa le pere” mi sembrava audace e veritiero. Poi l’ho un po’ perso di vista anche se di tanto in tanto avvertivo capolavori poetici come “Sally” e ballate travolgenti come “Rewind”.
Nella vecchiaia lo sto rivalutando, rivisitando, riscoprendo. Cioè non so se sia una bella cosa questa per il Komandante (anche questo appellativo m’infastidiva).
E questa sua nuova song “Siamo qui”, mi piace. E’ una ballata disincantata sui nostri limiti, sulle nostre solitudini, sui film che ci facciamo per andare avanti. Il testo è un monologo rivolto, si suppone, ad una donna giovane (il video depone per questa tesi) da un uomo che ne ha viste tante e ci ragiona e canta.
E se a 31 anni proclamava “voglio una vita, la voglio piena di guai”, Vasco pare aver centrato l’obiettivo se oggi, a 69 anni, constata “siamo qui, pieni di guai”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]