Aggiornato al 14/11/2021 - 15:56

Qualità della vita, classifica di ItaliaOggi-Cattolica: Siracusa quart’ultima

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Lo rivela il report di ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, realizzato in collaborazione con Cattolica Assicurazioni, giunto alla 23esima edizione.

[/vc_column_text][vc_column_text]È Parma la città dove si vive meglio in Italia che guadagna ben 39 posizioni rispetto allo scorso anno, seguita da Trento – in seconda posizione – e da Bolzano. Il luogo dove si vive peggio, invece, è Crotone (al 107esimo posto), preceduta da Napoli, Foggia, Siracusa e Taranto che restano in coda alla classifica.

Un importante balzo in avanti lo fanno anche Torino, Milano, Trieste, Bologna e Firenze. Al contrario le realtà più piccole, e non solo quelle del Sud, sembrano quest’anno scivolare lungo un piano molto inclinato.

 

I nove parametri in cui si struttura la ricerca – affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, istruzione e formazione, popolazione, reddito e ricchezza, sicurezza, sistema salute e tempo libero – restituiscono l’immagine di un’Italia divisa in due: nelle città del Nord e nel Centro la qualità della vita è in miglioramento rispetto all’anno scorso, segno di un dinamismo e di una “buona salute” che ha permesso a queste realtà di superare più facilmente e rapidamente la crisi dovuta alla pandemia. Nel Sud, invece, il livello di qualità della vita si mantiene stabilmente basso o addirittura peggiora.

Il motivo di questo sconvolgimento è duplice:

  1. da una parte le metropoli hanno dimostrato di saper affrontare meglio la pandemia da Covid-19, tanto che, pur essendo state nel 2020 penalizzate da questa emergenza, nel 2021 hanno saputo riprendersi con maggior rapidità, dimostrando una resilienza più accentuata rispetto a quella dei centri di minori dimensioni.
  2. il secondo motivo è metodologico: ci si è accorti infatti che la classifica degli anni scorsi finiva per sovrappesare un indicatore, quello della Popolazione (che contiene le classifiche di densità demografica, emigranti, morti in percentuale, immigrati, istruzione, nati vivi in percentuale, e numero medio dei componenti della famiglia) rispetto a tutti gli altri e si è deciso quindi di ridimensionarlo attribuendogli un peso uguale o di poco superiore ad Affari e lavoro, Ambiente, Sicurezza, Salute, Tempo libero e Reddito: probabilmente anche questo ha contributo a migliorare la posizione dei grandi centri rispetto ai piccoli.

 

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