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“Il Paesaggio siamo noi”: Massimo Siragusa affida alle parole la riflessione su luoghi, identità e fotografia

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Nel nuovo libro edito da Postcart, il fotografo esplora il legame tra paesaggio e identità, intrecciando fotografia e letteratura. Un invito a “saper guardare” il mondo che ci circonda

“Il paesaggio parla di noi. In ogni dettaglio, anche il più insignificante, si riflette il nostro modo di abitare, costruire e immaginare il mondo.” Parte da questa profonda consapevolezza il nuovo libro di Massimo Siragusa, “Il paesaggio siamo noi”, edito da Postcart e disponibile dall’8 maggio 2025. Un’opera in cui il noto fotografo mette momentaneamente da parte la macchina fotografica per affidarsi alla potenza delle parole.

Un viaggio tra fotografia, letteratura e identità

Ispirandosi a un testo di Julio Cortázar che paragona il racconto alla fotografia – un condensato di emozioni dove ogni elemento ha un significato preciso e molto resta “non detto” – Massimo Siragusa intreccia libri di fotografia e opere letterarie. Il risultato è una riflessione acuta sul legame inscindibile tra i luoghi che abitiamo e la nostra identità. Al centro del suo racconto c’è quel “pezzetto di mondo con cui intratteniamo un rapporto di intimità — fatto di memoria, appartenenza e affetti — che ci definisce e ci restituisce ogni giorno un’immagine di noi.”

In “Il paesaggio siamo noi” di Massimo Siragusa, il paesaggio trascende la sua funzione di mero sfondo per diventare uno specchio, un corpo vivo che narra chi siamo, le nostre abitudini, aspirazioni e contraddizioni. Il libro è un invito ad accostarsi ai luoghi con curiosità e ascolto, a osservare ciò che ci circonda con rinnovata attenzione, riscoprendo nel quotidiano la possibilità di riconoscerci e lasciarci sorprendere.

Sguardi d’autore e temi cruciali

Il testo si snoda come un percorso poetico e critico, valorizzando la singolare poetica di sguardi artistici eterogenei – da Luigi Ghirri a Richard Misrach, da Amani Willet a Maria Lax. Siragusa non si limita a descrivere i progetti editoriali raccontati, ma li interpreta, ne legge in profondità le connessioni, restituendone lo spessore emozionale e intellettuale.

Particolare attenzione è dedicata alla relazione tra fotografia e ambiente, analizzando opere come “Water” di Edward Burtynsky e “Falesia” di Misha de Ridder, che mettono in luce l’urgenza di preservare il paesaggio di fronte ai cambiamenti climatici e all’intervento umano. La fotografia emerge così come strumento critico di consapevolezza. Con analoga sensibilità, l’autore conduce il lettore in territori più intimi, come nel commovente progetto “The Restoration Will” di Mayumi Suzuki, nato dopo lo tsunami del 2011 in Giappone, dove la fotografia si fa strumento di ricomposizione tra lutto e memoria.

“Più che vedere, sapere guardare”

“Analizzare un luogo equivale a cercarne i segni,” scrive Massimo Siragusa nel libro. “Come un archeologo, un fotografo deve esercitare un’operazione di svelamento, che non significa semplicemente registrare quello che ci circonda, ma offrire una chiave di lettura, un’interpretazione. Più che vedere, il fotografo deve sapere guardare.”

“Il paesaggio siamo noi” è un libro stratificato e denso di significati, che si legge come un racconto e si attraversa come un paesaggio. È disponibile in libreria e sul sito della casa editrice Postcart: www.postcart.com/libro/9788831363662.

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