La dispersione scolastica resta uno dei grandi problemi della nostra società di cui pochi parlano. Tra poche settimane gli studenti ritorneranno tra i banchi di scuola, ma quanti resteranno a casa?
In Europa, l’Italia é quasi al fanalino di coda per quanto riguarda l’abbandono scolastico. Secondo i dati riportati dall’Inapp, il 41% della popolazione, tra i 18 e 74 anni possiede solo la licenzia media.
In Italia, sono circa 11,7 milioni gli studenti che non si sono mai iscritti a un istituto di scuola secondaria superiore.
Il tasso di abbandono precoce risulta essere più frequente nelle regioni del Sud Italia e nelle isole, ciò dimostra ancora una volta il profondo divario esistente tra i vari territori italiani.
Un dato che dovrebbe farci riflettere.
Limitare l’abbandono scolastico dovrebbe essere una delle priorità del nostro governo, affinché sempre più giovani capiscano l’importanza dell’istruzione e portino a compimento la fine del loro percorso.
Ma quali sono le ragioni di questo fenomeno?
Le ragioni in realtà sono molteplici e imputabili a diversi fattori. La difficoltà di apprendimento, la scarsa predisposizione allo studio, per non parlare delle ragioni economiche e socioculturali.
In un sistema socio-educativo dove gli adolescenti sono abituati ad ottenere tutto con estrema facilità, verifiche e interrogazioni non vengono più viste come delle opportunità per migliorarsi, bensì come valutazioni severe che possono anche mettere in discussione l’autostima, con ragazze e ragazzi sempre più incapaci di gestire l’insuccesso.
Se la scuola ha il compito di incentivare i giovani a far ritrovare la motivazione allo studio, attraverso attività che li invogliano ad esprimersi e a confrontarsi con i loro coetanei, senza doversi necessariamente sentire sotto esame, la famiglia dovrebbe essere un’alleata lavorando in sinergia con la scuola, sostenendola passo passo in questo percorso.
La dispersione scolastica é uno dei mali della società e riflette il graduale e costante decadimento socio-culturale della società nella quale viviamo. Intervenire su questo problema rappresenterebbe il primo passo verso un reale cambio di tendenza, in termini di valori e crescita della nostra società.