Concluso il progetto con gli istituti “Nervi – Alaimo”, “Moncada” e “Gorgia – Vittorini”: realizzata una stanza per audizioni protette e due conferenze sui segnali delle relazioni tossiche
A conclusione del progetto che ha coinvolto i ragazzi degli Istituti Superiori “Pier Luigi Nervi – Alaimo”, “Alfio Moncada” e “Gorgia – Vittorini” di Lentini nella realizzazione della stanza per le audizioni protette presso la locale Stazione Carabinieri, il Comandante del Reparto Operativo di Siracusa, Tenente Colonnello Sara Pini, il Comandante della Compagnia di Augusta, Capitano Luca Pisano e il Comandante della Stazione di Lentini, Luogotenente Silvio Puglisi, hanno tenuto due conferenze sul tema della violenza di genere con particolare riferimento ai segnali di rischio e ai comportamenti che possono nascondere i sintomi di una relazione tossica.
I ragazzi sono stati personalmente ringraziati per il contributo fornito nella creazione della stanza presso la caserma di Lentini, avendo realizzato disegni, testi e fornito un servizio in occasione della cerimonia d’inaugurazione del 21 marzo.
Nel corso delle due conferenze gli studenti sono stati protagonisti presentando alcune opere e testi di riflessione sul tema, rivelatisi dai contenuti particolarmente profondi, consapevoli e costruttivi.
Nel corso dell’incontro è stato inoltre evidenziato il ruolo della Stazione Carabinieri sul territorio e come il Comandante e i Carabinieri della Stazione rappresentino il primo sensore di situazioni di disagio e un concreto riferimento, anche per i più giovani, per un confronto o un consiglio, in particolare sulle tematiche legate al disagio giovanile e alla violenza.
Le conferenze si sono svolte alla presenza dei Dirigenti Scolastici Giuseppina Sansaro, Mariella Cocuzza, Vincenzo Pappalardo e dei professori.
Di seguito i testi scritti e alcune tra le opere realizzate dagli studenti:
“Per tutte le donne”, scritto da Giada L.F.
Per tutte le donne che vivono nel silenzio
dietro porte chiuse, con l’anima ferita,
prigioniere di mani che non sanno amare
e trattengono il dolore sotto la pelle.
Per tutte le donne che rimangono nell’ombra,
succubi dalla paura di riscattarsi, temendo un
giudizio ingiusto,
mentre gridano in silenzio sotto un cielo che si rifiutata
di udire.
Per tutte le donne che cercano la forza,
il loro grido soffocato, si frange sul muro
d’indifferenza
e trasformano il dolore in resistenza,
nel buio profondo di notti senza stelle.
Per tutte le donne che rompono le catene,
alzano la voce e non temono più il giudizio,
che lottano per sé e per chi verrà dopo,
disegnando un futuro libero dalla paura.
Per tutte le donne che sono luce e tempesta,
madri, figlie, sorelle,
che scrivono con coraggio la parola fine,
per rinascere, rispettate, forti, invincibili”
“La violenza non è un fatto privato” di Iacopo B.
La violenza di genere non è solo quella che lascia lividi sulla pelle. È fatta di parole che umiliano, di sguardi che minacciano, di libertà tolte un po’ alla volta. È una donna che ha paura di tornare a casa. È il silenzio che diventa più forte delle urla.
Non è un problema privato, non è un problema tra due persone. È un problema di tutti. Perché chi subisce violenza non è mai davvero solo: persone vicine che sentono e non parlano, amici che sospettano e guardano altrove, istituzioni che promettono e non proteggono.
Dire “basta” non è solo un atto di coraggio di chi subisce. È una responsabilità di chiunque sappia, veda, senta. Perché la violenza cresce nel silenzio, ma si ferma quando qualcuno sceglie di non ignorare.