Aggiornato al 27/05/2025 - 10:32
siracusapress.it
Commedia

Teatro, a Priolo in scena “Suicidio a responsabilità limitata”, il tema del lavoro, il sogno del matrimonio

siracusapress.it

condividi news

La commedia degli equivoci “Suicidio Responsabilità Limitata” di Massimo Pantano e Davide Paternò, portata in scena al teatro comunale di Priolo, è la storia di una causa di lavoro che, dopo il vano espediente del matrimonio, va in porto quando ci scappa un presunto morto

L’intersecata trama dello spettacolo (della compagnia teatrale “Cesare Cannata”) inserito nel primo festival del teatro amatoriale organizzato dalla regista Deila Caruso, prende l’abbrivio con tre scaglionati tentativi di suicidio nella casa del datore di lavoro, un certo dott. Alessio Panebianco, da parte di altrettanti dipendenti disperati che, poveretti, sono stati licenziati. La guardia giurata (Massimo Pantano) tenta l’espediente dell’impiccagione, ma quella corda forse non bene annodata trasforma l’atto tragico in un’autentica buffonata. Nell’appartamento, irrompe anche il magazziniere (Davide Paternò), che reca con sé una tanica di benzina, ma, prima di compiere l’insano gesto, vuol sapere come mai quell’uomo – che crede sia Alessio Panebianco – voglia farla finita. E anche l’addetta alle vendite (Maria Grazia Papa) – intenzionata a “tuffarsi” dal balcone – pensa che quell’uomo sia il suo “padrone”.

Risolto il qui pro quo, i tre si organizzano per tendere un agguato all’imprenditore, la malcapitata, però, è la convivente, una certa Giada (Giada Lenares). Le piacerebbe molto convolare a nozze con Alessio, ma c’è la suocera, che – come al solito – si mette di mezzo. La suocera esige il rito religioso, ma Giada, ha già alle spalle un primo matrimonio. Appena Alessio rientra a casa, vuole conto e ragione dei tre e la sua amata comincia a sciorinare perché perché… Ne scaturisce una discussione che mette alla luce le esauste finanze dell’imprenditore. I tre, comunque, per il loro tornaconto, si adoperano affinché i giovani possano realizzare il loro sogno. Il magazziniere indossa l’abito talare, e rivolgendo agli sposi “Cari”, viene corretto dalla guardia giurata “Carissimi”, “Vero è, ‘i cosi hannu aumentatu. Vi chiedo di spremere le vostre intenzioni. Siete disposti ad accogliere i fichi che Dio vorrà donarvi?”.

Le celebrazioni vanno avanti con un esilarante gioco di parole che culmina col “Mistero delle fedi”, perché degli anelli nuziali, nessuno, neppure la damigella, sembra avere notizia, un gran guaio nel bel mezzo di tanta letizia. Le varie fasi dello sposalizio verranno comunque portate a termine, per i tre disoccupati però non si prospetta la reintegrazione, ma la nascita di una nuova società, la cui forma, srl, acrostico del titolo, è già un’assicurazione. Oltre ai suddetti attori, hanno recitato: Alessio Tinè, Simone Gianino, Sofia Paternò, Angela Ciurcina, Filippo Carcassi.

Primo Piano

ULTIMA ORA

CULTURA

EVENTI

invia segnalazioni