Aggiornato al 22/03/2025 - 15:02
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Polo petrolchimico di Siracusa: Sindaci, ANCI e forze sociali chiedono l’intervento di Regione e Governo

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Il territorio siracusano si mobilita contro il piano di riorganizzazione di ENI-Versalis, che prevede l’abbandono della chimica di base senza tutele per l’occupazione e l’economia locale

Questa mattina, presso l’Aula consiliare del Comune di Siracusa, si è svolta una conferenza stampa promossa dal Presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, con la partecipazione di Sindaci, rappresentanti sindacali e industriali, tutti uniti nel chiedere un immediato intervento della Regione Siciliana e del Governo nazionale per scongiurare conseguenze disastrose per il tessuto economico e sociale dell’area.

Un’azione comune per tutelare lavoro e territorio

Presenti all’incontro i Sindaci dell’Area AERCA (Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale):

  • Francesco Italia (Siracusa)

  • Giuseppe Cassì (Ragusa)

  • Marco Carianni (Floridia)

  • Giuseppe Gianni (Priolo Gargallo)

  • Giuseppe Di Mare (Augusta)

  • Giuseppe Carta (Melilli, nonché Presidente della IV Commissione Legislativa ARS “Ambiente-Territorio-Mobilità”)

Al loro fianco, i segretari provinciali di CGIL, CISL, UIL e UGL, oltre al Presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale.

“Il piano di ENI avrebbe riflessi devastanti sui livelli occupazionali e sull’economia di tutti i Comuni della provincia e dell’intero Sud Est siciliano”, ha dichiarato il Presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta. “Non possiamo restare inermi: chiediamo l’apertura immediata di un tavolo di confronto con Regione e Governo nazionale, affinché ENI chiarisca le proprie intenzioni e garantisca un piano di tutela per i lavoratori e l’economia locale”.

Le criticità del piano ENI: un colpo all’industria e al tessuto sociale

Il piano di riorganizzazione di ENI prevede lo stop alla chimica di base, un settore che incide su oltre l’80% della manifattura industriale italiana. Tra le principali preoccupazioni espresse dai Sindaci e dalle forze sociali:

  • Mancanza di tutele per le aziende dell’indotto (ISAB, Sonatrach, Air Liquide, Sasol) e i loro lavoratori

  • Nessun piano di formazione e riqualificazione del personale per la fase di transizione

  • Nessuna garanzia sugli investimenti per la bonifica e la riqualificazione delle aree dismesse

  • Rischio chiusura del depuratore consortile IAS, con gravi ripercussioni ambientali

“Il rischio è che i costi sociali di questa crisi, così come quelli delle bonifiche, ricadano interamente sulle istituzioni locali, già al collasso”, ha aggiunto Amenta.

Sindaci e imprese: il polo petrolchimico deve diventare una vertenza nazionale

Il Sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, ha sottolineato la gravità della situazione:

“La questione è molto più grave di quanto si voglia far credere. Questo piano non tiene conto del contributo che quest’area ha dato allo sviluppo del Paese. ENI sta smantellando la produzione senza alcuna strategia di riconversione industriale, e senza nessuna garanzia per il futuro. Serve un intervento immediato delle istituzioni a tutti i livelli”.

Il documento firmato oggi verrà inviato al Presidente della Regione, Renato Schifani, con la richiesta di un pressing su ENI per rivedere il piano aziendale e avviare processi di riconversione industriale sostenibile per il rilancio dell’area.

Sindaci, ANCI e forze sociali chiamano in causa anche il Governo nazionale, affinché il polo petrolchimico di Siracusa venga riconosciuto come vertenza nazionale, evitando che un territorio strategico per l’economia italiana venga abbandonato a sé stesso.

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