Aggiornato al 14/06/2025 - 09:57
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Risate e riflessione

Risate e sorrisi per la prima di “Lisistrata”, una eccezionale Lella Costa conquista gli spettatori del Teatro Greco

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Mentre i protagonisti della commedia di Aristofane esaltavano l’importanza della pace, circa 150 missili lanciati da Teheran attaccavano Israele in risposta ai raid della notte precedente

Non più lance, elmi e scudi ma raid aerei e missili balistici: cambia il contesto, ma non la storia dell’umanità, in cui la guerra, portata avanti dagli uomini, resta il mezzo principe per la soluzione delle controversie internazionali, in esatto contrasto con quanto previsto dai padri costituenti italiani, eredi, in qualche modo, dei greci d’occidente.

Questo palese paradosso, certamente non prevedibile, ha aggiunto se possibile ancora più valore simbolico alla splendida rappresentazione messa in scena ieri sera da Serena Sinigaglia. Non sono mancati i sorrisi e in certi casi anche le risate, ma l’opera di Aristofane è anche, se non soprattutto, un inno al pacifismo e per certi versi all’emancipazione femminile, temi affrontati direttamente da Lisistrata-Lella Costa nel corso della serata, sottolineati da forti applausi di tutto il pubblico.

L’escamotage dell’astinenza sessuale per costringere gli uomini alla pace è infatti messo in dubbio, all’inizio, dalle stesse donne: “E se poi i nostri mariti ci prendono con la forza?”. Ma Lisistrata è chiara nella risposta: “Allora cederete, ma potranno avere soltanto il vostro corpo, non voi stesse: un vero uomo non può godere dei piaceri del sesso se non sono condivisi con la moglie” ricorda, momento sottolineato dagli applausi convinti del pubblico del Teatro Greco.

La nuova traduzione del testo di Aristofane è di Nicola Cadoni, la scena di Maria Spazzi, i costumi di Gianluca Sbicca, le musiche di Filippo Del Corno, la direzione del coro di Francesca Della Monica ed Ernani Maletta, le coreografie di Alessio Maria Romano, il disegno luci di Alessandro Verazzi.

Nel cast guidato da Lella Costa anche Marta Pizzigallo (Calonice), Cristina Parku (Mirrine), Simone Pietro Causa (Lampitò), Marco Brinzi (Dracete), Stefano Orlandi (Strimodoro), Francesco Migliaccio (Filurgo), Pilar Perez Aspa (Stratillide), Giorgia Senesi (Nicodice), Irene Serini (Rodippe), Aldo Ottobrino (Commissario), Salvatore Alfano (Cinesia), Didi Garbaccio Bogin (Donna Beota), Beatrice Verzotti (Donna Corinzia), Alessandro Lussiana (Ambasciatore spartano), Stefano Carenza (Ambasciatore ateniese) e Giulia Quacqueri (Pace). Nel cast dello spettacolo anche le allieve e gli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico.

Le parole della regista Serena Sinigaglia

“Lisistrata parla di guerra. O meglio parla di chi non ne può più di subire o fare la guerra – sono le parole di Serena Sinigaglia -. Il paradosso di Aristofane, a distanza di secoli, mi appare tutt’altro che un paradosso: se le donne di tutti i fronti di guerra si unissero sotto la bandiera della pace, negandosi ai mariti o ai propri compagni, non cesserebbero gli scontri armati e le battaglie? Ma Lisistrata parla anche d’amore, un amore laico, potente, felice e giocoso. Questi temi rendono Lisistrata eterna e come tale ho cercato di costruire, con i miei straordinari collaboratori, uno spettacolo che non avesse un tempo definito, giocando a citare l’antico e il contemporaneo continuamente”. I personaggi si muovono, come racconta Maria Spazzi “in una scena dominata da una grande struttura che ricorda un telaio antico da cui partono tantissimi fili”. “La situazione di guerra in cui ci troviamo all’inizio della vicenda è dunque evocata dal groviglio di fili in disordine che ricoprono la scena – aggiunge la scenografa dello spettacolo -. L’azione di pacificazione delle donne è intesa a sbrogliare l’intrico per tessere un “bel mantello per il popolo”, in cui i fili sono metafora di dialogo. L’incontro e il dialogo dunque, come presupposto indispensabile per tessere la pace”. Le musiche di Filippo Del Corno raccontano “sorgenti acustiche differenziate che rappresentano i due opposti eterogenei e apparentemente inconciliabili, chiamati ad incarnare simbolicamente i due universi, femminile e maschile, che si fronteggiano in Lisistrata” mentre i costumi disegnati da Gianluca Sbicca sono degli abiti “passepartout, legati sì a un immaginario ‘antico’ ma allo stesso tempo anche al nostro contemporaneo cercando di avvicinare questa storia di ‘emancipazione femminile’ ai giorni nostri”. Infine, i movimenti di Alessio Maria Romano sono pensati sia per Pace che “chiederà ascolto, tenterà di urlare la fragilità della sua esistenza ma anche dell’esistenza dell’umanità intera; una divinità danzante che si rivelerà nella sua bellezza e forza” sia per il coro e l’intera collettività che abiterà la scena. “Cercheremo di muovere il coro – dice Alessio Maria Romano – specificando come certo mondo danzato può ricordare, da sempre, l’adesione a determinati stereotipi sociali come a bisogni di gioco, sfogo e divertimento ma anche di corteggiamento e seduzione. Cercheremo la nostra danza o meglio il bisogno, al di là del verbo, di urlare al mondo, ai potenti, alle donne e agli uomini tutti la nostra esistenza e il nostro desiderio e sfrenato bisogno di Pace”.

 

Lisistrata resterà in scena fino al 27 giugno alternandosi con Edipo a Colono di Sofocle per la regia di Robert Carsen per poi andare in tourneé al Teatro Grande di Pompei dal 18 al 20 luglio e al Teatro Romano di Verona l’11 e il 12 settembre.

Questa sera al Teatro Greco anche un’iniziativa particolare perché la Fondazione INDA ha ospitato Posto Occupato, la campagna di sensibilizzazione contro il femminicidio e la violenza di genere ideata nel 2013 da Maria Andaloro. Oltre a lasciare un posto vuoto tra gli spettatori, a teatro anche una postazione con le rappresentanti del Centro Antiviolenza Ipazia e della Fondazione “Una Nessuna Centomila”.

La 60. Stagione al Teatro Greco di Siracusa ha il sostegno di Eni Spa, Banca Agricola Popolare di Sicilia, Enel e Fondazione Angelini. Si ringraziano Urban Vision, Aeroporti di Roma e le tante aziende e i privati cittadini che anche quest’anno, in veste di mecenati e donatori, hanno voluto sostenere le attività dell’INDA.

 

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