Generazioni di informatici sono nati su quel computer
Il Commodore 64, si presentò sul mercato nel 1982, in un periodo in cui i personal computer erano agli albori ma anche in crescita esponenziale e questo anno ha compiuto “i suoi primi 40 anni”.
Nell’estate di quarant’anni aveva inizio l’invasione dei primi computer da tavolo per casa: economici, grafica e suoni primitivi ma che all’epoca sembrava di viaggiare sullo spazio.
Erano gli anni del punk rock, pop e disco music, della 500, della panda e delle Renault 4, quando arrivò sul mercato il computer dell’azienda americana Commodore International, fondata da uno degli immigranti più straordinari della storia degli Stati Uniti, cioè Jack Tramiel. Nato Idek Trzmiel da una famiglia ebrea polacca nel 1928 e deportato nel 1939 da Auschwitz in un campo di lavoro, liberato nell’aprile del 1945 dagli americani, Tramiel era immigrato poco dopo negli Usa dove aveva fatto il riparatore di macchine fotografiche e il tassista, tra gli altri lavori.
Avere un computer in casa, all’epoca, era un vero privilegio e rendere i computer più accessibili rappresentò la più grande sfida ed eredità del C64.
A tutt’oggi è il personal computer più venduto di sempre (20 milioni di pezzi), quello che è stato in produzione per più tempo (dal 1982 al 1994, ben 28 anni) e soprattutto il punto di partenza per due o tre generazioni di utenti informatici della prima ora.
Imparare a usare il computer con il C64 è stato importantissimo. Era un computer che partiva dai giochi e dal divertimento della scuola materna sino ad arrivare al dottorato di ricerca di chi con il Commodore 64 scopriva come utilizzarlo.
A 40 anni da quel successo, quale modo migliore di festeggiare che lanciarne una nuova macchina? Massimo Canigiani, presidente di Commodore Business Machines, ha messo in campo il Commodore GK64. Stessa scocca, compreso quel beige tipico, ma hardware diverso: sul Commodore GK64 infatti sarà possibile far girare sia Windows 11 che Android.










