[vc_row][vc_column][vc_text_separator title=”Smart city”][vc_column_text css_animation=”fadeInLeftBig”]Non c’è da sorprendersi se, anche per le ferie di quest’anno, pare proprio che si resti in città, in conseguenza del maledetto covid 19.
Pochi saranno gli spostamenti concessi, con altrettante restrizioni preventive e precauzionali che ci faranno percorrere il perimetro di popolosi quartieri e di circostanti comuni limitrofi, in lungo e in largo, scoprendone ogni loro angolo, proprio come recarsi a casa del vicino – che mai si era andato a trovare – per omaggiarlo di una visita formale.
Ecco perché, quella che sembrava essere una mera visita di cortesia, si tramuta in tutt’altro, in un evento di carattere esperienziale.
La dimensione urbana – grazie alle nuove metodologie legate al digitale e in stretto contatto con la sostenibilità – ha assunto in questi anni un nuovo assetto identitario.
E quindi: se la soluzione – per il futuro del turismo – fosse proprio la città, grazie a smart city e smart tourism?
Sembra proprio che sia di un’attestata attualità la celebre frase del filosofo Marcel Proust: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.
Ed eccole qui, proprio davanti a noi, le smart cities.
Si definisce smart city una città che gestisce le risorse in modo intelligente e che mira a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente e che è attenta alla qualità della vita ed ai bisogni dei propri cittadini.
E’, insomma, una città intelligente che sa stare al passo con le innovazioni e con la rivoluzione digitale.
Smart City significa connessioni wifi nei luoghi più disparati, sviluppare infrastrutture “intelligenti”, strade percorse da auto e guida autonoma, incroci regolati da semafori intelligenti, un alto livello di tecnologia HiTech.
Città sostenibili dove gli impianti di illuminazione sono in grado di riprodurre la luce del giorno, ma anche dove è possibile produrre alimenti in maniera innovativa e praticare una mobilità sostenibile fatta di bike, sharing, car-sharing, auto ibride ed elettriche.
A proporre Le Polis 4.0 come modello di smart tourism è stato Germann Molz Jennie (ricercatore presso il dipartimento di Sociologia del College ‘Holy Cross’ in Massachusetts), autore di numerosi titoli dedicati alla mobilità, al turismo, al cosmopolitismo e alla tecnologia.
Molz ha indicato quattro criteri da dover attuare: l’utilizzo di apparecchi smart, necessariamente mobili e connessi ad Internet, capaci di geolocalizzazione geografica e di utilizzo di informazioni con App e QR-Code; utenti co-produttori attivi e non semplicemente consumatori; l’interazione attivo-comunicativa con la popolazione locale o con altri turisti presenti nella medesima destinazione; una ponderata adesione alla consapevolezza verso la società ospitante e miglioramento della sostenibilità in campo sociale e ambientale.
Smart City, però, non è sinonimo soltanto di sostenibilità, connettività, Big data, Internet, ecc..
Una città, per essere davvero “intelligente” deve anche essere accessibile. Deve, cioè, agevolare la mobilità delle persone con disabilità che hanno una ridotta capacità motoria e\o sensoriale.
In altre parole, una città è intelligente se è più umana.
In Italia, secondo una recente indagine Europcar Doxa, il 16.4% delle persone sconta problemi motori e di spostamento. Sono coinvolti, in misura differenziata, circa 4,6 milioni di famiglie per un totale di 10 milioni di individui.
Un fenomeno, dunque, estremamente rilevante. Ecco perché la Commissione Europea, insieme all’European Disability Forum, per sensibilizzare i cittadini e gli enti locali ha creato l’Access City Award, che premia la volontà, la capacità e gli sforzi attuati per garantire l’accessibilità dei centri abitati con più di 50mila abitanti. Riconoscimento che nel 2016 è stato assegnato a Milano, anche in virtù delle energie spese per facilitare la partecipazione a Expo, per aver creato il sito expofacile.it (che diventerà milanofacile.it) .
Sulla stessa scia si sono mosse città come Mantova – Capitale italiana della cultura 2016 – che ha attrezzato 10 itinerari smart e accessibili per i turisti, e Matera – Capitale europea della cultura 2019 – che ha studiato soluzioni per aiutare chi abbia ridotta mobilità, mentre già funziona il percorso gestito dall’Ente Parco per i non vedenti, in considerazione della particolarità del territorio urbano (un saliscendi di stradine in pendenza, scale di pietra e luoghi scavati nella roccia).
Altre esperienze di eccellenza in materia di “accessibilità” sono rappresentate, ad esempio, da eventi culturali con descrizioni audio e programmi stampati con caratteri grandi o in braille o da un trasporto pubblico ”100% amico delle persone con disabilità”.
Ed ancora: la cittadina di Erfurt, in Germania, è molto accogliente per chi abbia speciali esigenze: alle persone con mobilità fisica ridotta ha adattato il tram turistico storico e, nel parco cittadino, ha creato un percorso vita per persone con disabilità con segnaletica tattile.
Non è da meno Vienna, nella quale ci si sposta senza incontrare ostacoli (mezzi pubblici, musei, ecc.), coadiuvati da una brochure scaricabile off-line.
Se turismo accessibile significa turismo per tutti, senza barriere e senza discriminazioni, a Siracusa – grazie all’associazione “Sicilia Turismo per tutti” – ci si è operati per rimuovere alcune delle barriere che limitano le opportunità di spostamento delle persone con e senza disabilità, tramite la creazione di un vero e proprio modello di riferimento.
L’obiettivo è stato quello di creare itinerari turistici la cui accessibilità è stata effettivamente verificata, ricchi di informazioni pratiche e utili a tutti, sia al turista “tradizionale” che alle persone con disabilità, proprio perché viaggiare deve essere possibile per tutti.
Un impegno che nasce e si rinnova costantemente sul territorio di Siracusa e della Sicilia.
A gratificare il lavoro svolto in questi anni è stata anche la classifica sull’accessibilità delle città italiane elaborate dall’ANMIL, l’Associazione Nazionale Italiana Mutilati e Invalidi Del Lavoro nel 2016: Siracusa ha ottenuto un primo posto, insieme ad altri, un 8 in pagella.
Naturalmente ancora tanto c’è da fare.
Infatti, secondo l’Agenda 2030 nel 2015 per lo sviluppo sostenibile rivolto ai paesi membri dell’ONU, nell’obiettivo 11 prevede: “rendere le città e gli insediamenti umani sicuri, resilienti e sostenibili”.
In conclusione, nessuna città può essere considerata “smart” se non prevede servizi e tecnologie utili per renderla accessibile a tutti (persone con disabilità, persone anziane, mamme con i bambini, ecc.) al fine di consentire a chiunque di godere pienamente di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali.
Senza dimenticare che in una città davvero “intelligente” qualunque cittadino – e, quindi, conseguentemente anche il turista – verrà facilitato nella fruizione di tutti i servizi, con evidenti riflessi positivi sulla sua vivibilità.
E più una città sarà “intelligentemente vivibile”, più la qualità di vita al suo interno sarà apprezzata e, quindi di forte attrattiva per il turista.
…[/vc_column_text][vc_text_separator title=” a cura di Bernadette Lo Bianco”][/vc_column][/vc_row]










