Aggiornato al 09/04/2025 - 07:55
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La Sicilia al Vinitaly: 190 aziende, Trapani “regina” con 53 cantine, Siracusa 8

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Mistretta (Irvo): “Qualità, sostenibilità e internazionalizzazione le chiavi del successo del vino siciliano”

Vitaliano Dilorenzo (Palmeri)

La regina siciliana del Vinitaly è la provincia di Trapani, con 53 aziende presenti al polo fieristico di Verona. Sono 190 le cantine presenti alla 57settima edizione della manifestazione enologica più importante d’Italia e tra le più importanti del mondo. L’evento, inaugurato domenica e che terminerà oggi, ha visto tutte le realtà provinciali siciliane sfidarsi per un posto in prima fila in una delle più importanti vetrine del settore. Dopo la “capolista” Trapani, nella classifica tutta isolana troviamo Catania, con 48 aziende, ultimo gradino del podio per Palermo, con 33. Seguono Agrigento e Ragusa con 15, poi Messina con 10, Siracusa ne conta 8, Caltanissetta 7 e fanalino di coda Enna, con una sola azienda. Le aziende siracusane impegnate nella trasferta veneta sono “Amaro dell’Etna“, “Cantina Marilina“, “Giasira“, “Il mortellito coop agricola“, “Pupillo“,  Ramaddini“, “Zisola” e “Palmeri“.

In un contesto internazionale complesso, con l’introduzione dei dazi americani, la Sicilia si presenta a Verona con una strategia basata su eccellenza e diversificazione dei mercati. «La Sicilia si difende con l’eccellenza e con la qualità – ha dichiarato Salvatore Barbagallo, assessore regionale all’Agricolturaper questo riusciamo a esportare in tutto il mondo. Il governo regionale è impegnato per sostenere i produttori, per aprire a nuovi mercati, per potenziare l’enoturismo nelle zone della Sicilia più adatte. Serve potenziare le esportazioni nei mercati tradizionali, che sono la Germania, la Gran Bretagna, la Svizzera, e altri paesi europei , ma cercare di affrontare questo problema con molto equilibrio e senza drammatizzare. Sono fiducioso che anche il mercato degli Stati Uniti terrà bene per le eccellenze siciliane». Barbagallo ha annunciato un processo di potenziamento, da parte delle strutture regionali, dell’incoming per consentire ai buyer di raggiungere la Sicilia. «Possiamo far apprezzare il territorio siciliano abbinato col vino, – ha continuato Barbagallo – peraltro quest’anno la Sicilia ha avuto il prestigioso riconoscimento di Regione europea della gastronomia, e quindi l’abbinamento gastronomia con vino e beni culturali rappresenta sicuramente una marcia in più per la nostra regione, dal punto di vista turistico».

Marilina Paternò (Marilina) con Giusi Mistretta

Un’edizione di Vinitaly in cui il padiglione Sicilia, coordinato dall’Irvo, l’Istituto regionale del vino e dell’olio, ha dato dimostrazione non solo di qualità del prodotto ma anche di un allestimento artistico d’eccellenza, ispirato all’opera “Trinacria” del pittore Enzo Patti, sotto la direzione creativa di Daniele Gonzales. «Il vino siciliano è l’espressione di un valore più ampio e ricco costituito dal nostro patrimonio territoriale, artistico ed enogastronomico – ha affermato Giusy Mistretta, Commissaria Straordinaria dell’IRVO. – Ogni focus tematico che proponiamo al Vinitaly diventa una chiave di accesso a questo valore, presentato attraverso aggregazioni territoriali come consorzi e denominazioni, o in abbinamento a esperienze enoturistiche e prodotti d’eccellenza».

Per la prima volta, inoltre, le 28 aziende bio presenti nel padiglione dedicato (raddoppiate rispetto all’anno precedente), hanno avuto una struttura che le contiene tutte e che si distingue per il design e l’identità. «La presenza di 28 aziende che producono vini biologici – ha spiegato Mistretta – in netta crescita rispetto all’edizione precedente, conferma il dinamismo e l’impegno del comparto vitivinicolo isolano verso qualità, sostenibilità e internazionalizzazione».

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