Aggiornato al 11/09/2025 - 10:08
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L'inchiesta

Inchiesta sul gruppo Onda, sette persone e otto società indagate, l’azienda: “Fiducia nella Magistratura”

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Vicenda risalente a circa 10 anni addietro, sette persone (tra cui l’ex assessore Granata) e otto società restano indagate dalla Procura di Siracusa. L’azienda: “Chiariremo tutto nelle sedi opportune. Piena fiducia nella Magistratura”

Sviluppi importanti nell’inchiesta che coinvolge il gruppo Onda a Siracusa. Lo scorso 13 agosto, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il dissequestro dei beni per un valore di 5,6 milioni di euro, che erano stati sottoposti a sequestro preventivo a fine giugno 2025. Il provvedimento di revoca è stato emesso a seguito della prestazione di un’idonea garanzia da parte della società.

Prosegue, nel frattempo, l’iter dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura aretusea, che vede coinvolte sette persone fisiche e otto società legate al gruppo. Le accuse, formulate in un’ordinanza di oltre cento pagine firmata dal Gip, restano a vario titolo quelle di associazione per delinquere finalizzata ad autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta, reati fiscali e truffe aggravate.

Le accuse e il lungo lavoro degli inquirenti

L’indagine affonda le sue radici in vicende che risalgono a circa dieci anni fa. Secondo l’ipotesi accusatoria, gli indagati avrebbero posto in essere “una pluralità di reati fallimentari, tributari e contro il patrimonio”. Atti che, si legge nell’ordinanza del Gip, sarebbero stati “reiterati e commessi con una sistematicità tale da denotare l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere”.

Tra le figure coinvolte nell’inchiesta figurano Luigi Martines, ritenuto dagli inquirenti il promotore dell’organizzazione, e l’ex assessore regionale Fabio Granata, sebbene con un “ruolo assai sfumato, eppure ben presente.”

La posizione dell’azienda: “Nessuna interruzione dei servizi”

A seguito delle recenti evoluzioni, l’azienda siracusana è intervenuta con una nota ufficiale per chiarire la propria posizione. “L’ipotetico addebito nei nostri confronti sarà chiarito nelle opportune sedi giudiziarie”, spiegano, sottolineando la loro “assoluta fiducia nutrita nei confronti della Magistratura”.

Dal gruppo arriva inoltre una precisazione fondamentale per i clienti e il mercato: le società Onda Più ed Energit “non risultano coinvolte nel procedimento, né destinatarie di alcuna misura cautelare”. L’attività di fornitura, pertanto, prosegue regolarmente, “garantendo senza alcuna interruzione la piena continuità e qualità dei servizi erogati ai propri clienti”.

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