Gip: “Soggetti pericolosi e strutturati nella devianza”. Contestati lancio bottiglie incendiarie, danneggiamenti e scritte “Uccidi sbirri”. Mandato europeo per terzo indagato
CATANIA – Devastazione e saccheggio, danneggiamento, imbrattamento, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, lancio di bottiglie incendiarie, commessi nel corso di una pubblica manifestazione. Sono i reati contestati, a vario titolo, a due indagati arrestati da agenti della sezione Antiterrorismo della Digos della Questura di Catania. Nei loro confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta della Procura del capoluogo etneo.
I destinati dell’ordinanza dell’operazione Ipogeo, «appaiono soggetti socialmente pericolosi e strutturati nella devianza con finalità criminale, che hanno dato sfogo alla loro indole violenta e delinquenziale che li contraddistingue, nel corso di un manifestazione pacifica di protesta sociale, mettendo a rischio non solo l’incolumità delle forze di polizia creando un pericolo concreto per l’ordine pubblico e per la popolazione cittadina (compresi i manifestanti pacifici, ndr) che assisteva spaventata alle condotte violente».
Lo afferma il gip di Catania nel provvedimento cautelare ricordando le aggressioni alle forze dell’ordine, con lanci di pietre, bombe carta e bottiglie incendiarie, i danneggiamenti a palazzi e le scritte sui muri come “Uccidi gli sbirri” e “Secondino assassino“.
Identificazioni da video: 2 arresti, 13 indagati
Gli agenti della Digos hanno visionato una notevole quantità di video, isolando quei frame che fornivano particolari importanti riuscendo a identificare i tre destinatari del provvedimento restrittivo e gli altri 13 indagati.
Gli arrestati sono ritenuti leader di movimenti anarcoinsurrezionalisti presenti a Catania e Bari.
Perquisizioni a Palermo, Bari, Brindisi, Messina e Siracusa
Perquisizioni domiciliari sono state eseguite dalla polizia con la collaborazione delle Digos di Palermo, Bari, Brindisi, Messina e Siracusa.
Nei confronti del terzo destinatario del provvedimento restrittivo, che si trova all’estero, è stato emesso un mandato di arresto europeo.










