[vc_row][vc_column][vc_text_separator title=”Convivio a cura di Mario Blancato”][vc_column_text]Si è detto (vedi i precedenti interventi su Siracusa Press di Aprile e Maggio) che le moderne società industrializzate costruite sul paradigma del capitalismo del consumo globalizzato e “finanziarizzato” sono in contrasto con le leggi naturali più elementari che regolano il funzionamento degli ecosistemi. Nonostante le innovazioni tecnologiche e progetti verdi in tutto il mondo negli ultimi decenni, le emissioni di gas serra sono ancora in aumento e la biosfera viene abusata e danneggiata. Il processo sembra inarrestabile. Il consumismo è una combinazione mortale per il pianeta. Ma, “che fare?” La proposta che viene dai più consapevoli (credenti e non credenti) è: Il nostro pensiero, la nostra visione del mondo, la nostra realtà interiore, il nostro stile di vita devono essere cambiati. Più facile a dirsi che a farsi. Ma è già tanto: cambiamento. Le parole chiave dovrebbero essere: economia circolare; sostenibilità; educazione; consapevolezza, sobrietà: consumare per vivere (essere) e NON vivere per consumare (non essere).
Economia circolare e sostenibilità. E’ opportuno riferirsi ancora alla lucida premessa di Marx: “La ricchezza delle società nelle quali predomina il modo di produzione capitalistico si presenta come una <<immane raccolta di merci>> e la merce si presenta come una forma elementare. Perciò la nostra indagine comincia con l’analisi della merce”. (K.Marx, Il Capitale Vol. I , Cap.I La Merce, nell’edizione: Editori Riuniti, ristampa 1989, p. 67). Ecco il paradigma: immane raccolta di merci. L’aggettivo immane delle traduzioni non rende la drammaticità del pensiero di Marx: “ungeheure”, nella versione originale, che significa: Terrificante, disastroso, oltre ogni limite. Altro è il confuso concetto di “utilità” di cui si fanno belli i moderni marginalisti: << La teoria economica dovrà allora prendere atto che l’utilità di un bene risiede nella soddisfazione che produce in chi lo desidera e decresce con il maggior consumo del bene stesso>> (vedi: E. Cappuccio, L’individualismo metodologico di Carl Menger, Siracusa Press 11 Maggio 2021). Le merci non sono affatto prodotte per soddisfare presunte utilità. Ma, più prosaicamente, per soddisfare la fame di profitto del sistema produttivo. Se, come affermano gli idealisti liberali, in assoluta buona fede, la merce fosse prodotta per l’utilità, allora (si calcola) il 60% di queste dovrebbe essere semplicemente abolito. La restante parte (40%), passato al setaccio della sostenibilità ambientale, dovrebbe subire una riduzione della metà. Arriviamo così, per altra via al risultato, di cui si è già detto, che solo il 20% delle merci prodotte (selezionate dalla compatibilità) sono adatte alla vita sul pianeta: sobrietà, consumare per vivere. Fermare l’immane raccolta di merci.

Educazione e consapevolezza. Riporto semplicemente le parole di saggi uomini di scienza (d’altri tempi):
<< La scienza spiega i particolari riconducendoli nell’ambito di principi generali (Idee). I principi (Idee) sono esplicativi solo se sono intellegibili, e sono scientifici solo se possono essere confrontati con l’esperienza. >> (Adattato da: Israel Scheffler, Anatomia della Ricerca- Il saggiatore -1972)
<< Diventa sempre più evidente che se la sopravvivenza della biosfera, con la sua capacità di ospitare i vari organismi viventi, non va più misurata in termini di centinaia di milioni di anni, ma di decenni; la colpa di ciò ricade interamente sulla specie umana. >> (Adattato da: Hutchinson G.E., The biosphere, in Scientific American, CCXXIII,3,44 -1970).
<<….la Sacra Scrittura, con cui è d’accordo l’esperienza dei secoli, insegna agli uomini che il progresso umano, che pure è un grande bene dell’uomo, porta con se una grande tentazione; infatti, sconvolto l’ordine dei valori e mescolando il male con il bene, gli individui e i popoli guardano solamente alle cose proprie, non a quelle degli altri: è così il mondo cessa di essere il campo di una genuina fraternità, mentre invece l’aumento della potenza umana minaccia di distruggere oramai lo stesso genere umano >> ( Adattato da: Concilio Vaticano II, Atti).
<< …Per rispettare il futuro, dobbiamo essere consapevoli del passato; e se le regioni dove questa consapevolezza del passato si sono ristrette a una capocchia di spillo sulla carta geografica, allora peggio per noi e per i nostri figli, e per i figli dei nostri figli.>> (Adattato da: N.Wiener (1967) Dio & Golem). E qui mi fermo. Non siamo soli. Educazione, quesito: come risponde la scuola? Non sento altro che un lieve lamento; per il resto assordante silenzio.
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