Aggiornato al 10/10/2025 - 13:01
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Rischio idrogeologico

Lavori alla Fanusa, l’allarme dell’associazione TFM: “Così aumenta il rischio allagamenti”

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Una PEC inviata al Comune dall’associazione Terrauzza Fanusa Milocca denuncia le criticità nella sequenza dei lavori per la sicurezza idrogeologica. “Senza un collegamento a mare, l’acqua delle traverse si accumulerà tutta nel punto più basso, aggravando il pericolo”

Un progetto nato per risolvere il problema degli allagamenti rischia, paradossalmente, di aggravarlo. È questo il grido d’allarme lanciato dall’Associazione Terrauzza Fanusa Milocca (TFM) riguardo ai “Lavori di messa in sicurezza per rischio idrogeologico” nelle zone di Fanusa, Arenella e Fontane Bianche.

Secondo l’associazione, la metodologia adottata dalla ditta esecutrice starebbe creando un pericolo imminente, in particolare per l’incrocio tra via Giulio Verne e via Giordano Bruno, già duramente colpito durante il ciclone Apollo del 2021.

La denuncia in una PEC

In una lettera di posta certificata (PEC) inviata a fine settembre ai dirigenti dei settori Opere Pubbliche e Mobilità e al protocollo generale del Comune, il presidente dell’associazione, l’ingegnere Renato Messineo, ha esposto dettagliatamente la criticità.

Il progetto prevede di convogliare le acque piovane della zona di via Verne e delle sue traverse verso il mare. Tuttavia, la ditta appaltatrice ha deciso di avviare i lavori contemporaneamente da sud e da nord. Il problema, evidenzia Messineo, sorge nella zona nord: le opere stanno collegando tra loro le traverse (vie Filosseno, Heredia, Incatasciato) per poi far confluire tutto su via Giordano Bruno, senza però aver ancora completato il collegamento finale verso sud e, quindi, verso il mare.

“Nel transitorio sino al collegamento definitivo verso mare,” si legge nella PEC, “aumenterebbe in maniera significativa, piuttosto che diminuire, l’entità di eventuali allagamenti nella zona di Via Verne. L’associazione sottolinea come il cronoprogramma originale, redatto dal progettista, prevedesse di realizzare i lavori nella zona nord per ultimi, proprio per evitare questo tipo di rischio.

Lavori a rilento e nessun riscontro

Nonostante la segnalazione e la richiesta di interrompere le installazioni a nord fino al completamento del collegamento principale, l’associazione TFM lamenta di non aver ricevuto alcun riscontro formale dal Comune. A ciò si aggiunge la preoccupazione per lo stato dei lavori: mentre a nord si prosegue, con lavori in questo momento potenzialmente dannosi, il cantiere a sud sarebbe a rilento da giorni per la mancanza delle condotte del diametro previsto. “Mancano ancora 300 metri di condotta per chiudere la connessione,” afferma l’associazione, evidenziando come, in caso di forti piogge, le responsabilità per eventuali danni dovranno essere chiare.

L’associazione TFM, riconosciuta come “portatore di interesse” nel progetto sin da un incontro del novembre 2023, chiede ora un intervento urgente per modificare la sequenza dei lavori e scongiurare pericoli per i residenti.

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