Oltre 100 mila euro di finanziamenti per il progetto Next Generation ma dei 26 pc acquistati non c’è traccia. I militari hanno acquisito documenti e fatto sopralluoghi nella scuola. Il presidente del Consiglio di istituto: la vicenda risale a gestioni precedenti, basta con le voci infondate.
Certezze non ce ne sono, ma elementi poco chiari tanti. La tenenza della Guardia di finanza sta cercando di far luce su una vicenda che coinvolge l’istituto superiore “Michelangelo Bartolo”. Al centro dell’interesse dei finanzieri un progetto presentato dall’istituto di viale Aldo Moro, e finanziato per più di 100 mila euro nel 2023 con i fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Le bocche sono cucite, ma le richieste di documentazione e i sopralluoghi delle fiamme gialle nelle sedi della scuola non sono passati inosservati. Cosa sia effettivamente accaduto non è ancora molto chiaro ma, da ciò che emerge da diversi consigli di istituto e denunce, ci sarebbe un ammanco di diversi computer (o equivalenti strumenti informatici) a fronte di una spesa che – a qualcuno – è sembrata eccessiva.
E qualcuno, infatti, ha deciso di non sottacere.
Ma andiamo ai fatti o, quanto meno, a quanto è stato possibile ricostruire dalle testimonianze di bene informati sulla vicenda.
Nel 2023 l’istituto ha partecipato, come tante altre scuole in Italia, al progetto “Next generation” del Pnrr, accedendo ad un finanziamento (che oscillerebbe tra i 140 mila e i 190 mila euro) per realizzare un innovativo laboratorio di informatica e acquistare moderne attrezzature per i laboratori dell’indirizzo Tecnico industriale.
Avrebbero dovuto far parte del progetto anche 26 computer, con altrettante scrivanie e sedie. Il materiale è arrivato e la somma destinata al progetto è stata liquidata per gran parte alla scuola ma – stando alle indiscrezioni che trapelano – dei computer non c’è mai stata traccia. E quando è arrivata da Roma anche l’ultima tranche del finanziamento, i computer non sono usciti all’aria lo stesso. Nonostante la ditta fornitrice fosse stata pagata. Ma ci sono tanti aspetti che non quadrano: la stessa ditta risulterebbe perfettamente in regola, poichè avrebbe consegnato tutto il materiale previsto dal progetto, caricato sulla piattaforma del Mepa, il Mercato elettronico per le pubbliche amministrazioni. Oltretutto la corrispondenza sarebbe stata accertata dal progettista e dal collaudatore.
Per qualcuno, però, ci sarebbero degli elementi poco chiari, tra cui la mancata consegna dei pc che – stando sempre a chi sostiene di essere bene informato – avrebbero fatto parte del progetto iniziale finanziato ma accidentalmente non presenti nell’elenco degli allegati nella richiesta caricata su Mepa. E, quindi, non previsti giustamente nella fornitura.
Così a giugno i finanzieri hanno chiesto tutto l’incartamento del progetto alla segreteria di viale Aldo Moro. E se prima era plausibile che le fiamme gialle fossero interessate ad approfondire la vicenda, i sopralluoghi dei militari avvenuti la scorsa settimana nei laboratori dell’istituto, hanno confermato i sospetti sull’avvio di una indagine. Della vicenda è a conoscenza anche l’ufficio scolastico provinciale e la dirigenza scolastica non ha voluto, per il momento, rilasciare dichiarazioni ne prendere posizioni.
Per le poche notizie che trapelano dalle parti di viale Aldo Moro, si tratta di un progetto riferito a due anni fa e ad altre gestioni, quando sia il preside, sia il dirigente dei servizi ed anche il consiglio di istituto erano tutte persone differenti e che, dunque, non hanno avuto poteri decisionali sull’iter. A parte il pagamento dell’ultima tranche di finanziamenti, saldata a seguito di presentazione di regolare documentazione, poco prima della data di scadenza, per evitare alla scuola di incappare in spiacevoli contenziosi. Tante ombre su cui i finanzieri cercheranno di far luce.








