Aggiornato al 01/09/2025 - 16:15
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Portopalo al collasso finanziario: “ok” al rendiconto ma con quasi 10 milioni di euro di debiti

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Niente dissesto, l’amministrazione Rocca punta sul piano di riequilibrio per evitare il commissariamento

 

Il dissesto è stato evitato. Il consiglio comunale di Portopalo ha approvato il rendiconto della gestione finanziaria 2024 che certifica un disavanzo di 9 milioni e 307 mila euro. La decisione è arrivata durante la seduta consiliare di stamattina, che il sindaco Rachele Rocca ha definito “storica” per le sorti dell’ente locale.

Il voto ha registrato 7 favorevoli e 3 contrari, con la maggioranza che ha sostenuto l’avvio del percorso di risanamento attraverso un piano di riequilibrio pluriennale. L’opposizione ha votato contro, pur augurandosi l’approvazione del piano per dare respiro al comune.

L’ispezione della Corte dei Conti

Il punto di svolta è arrivato con l’ispezione della Corte dei Conti del 12 novembre 2024, che ha analizzato la situazione finanziaria del comune dal 2015 al 2023. I magistrati contabili hanno evidenziato diverse criticità: sottostima del fondo crediti di dubbio recupero, mancati accantonamenti, scarsa capacità di riscossione tributaria e presenza di debiti fuori bilancio.

“La Corte dei Conti ci ha messo di fronte alla realtà”, ha spiegato l’esperto finanziario Carmelo Lorefice, dirigente del settore economico-finanziario del Comune di Siracusa, nominato per assistere l’amministrazione. “Abbiamo dovuto sistemare tutti gli accantonamenti richiesti e far emergere l’effettiva situazione debitoria dell’ente”.

Le cause del disavanzo

Il vicesindaco Corrado Lentinello ha illustrato le principali cause che hanno portato al collasso finanziario. Circa 7,5 milioni di euro derivano dalla mancata riscossione dei tributi locali dal 2014 al 2023, con residui attivi che sfiorano i 10 milioni considerando interessi e sanzioni.

Ulteriori 2,5 milioni sono rappresentati da debiti fuori bilancio di precedenti amministrazioni ancora da riconoscere. Particolarmente pesante l’eredità dell’amministrazione guidata da Giuseppe Mirarchi (2014-2018), che ha lasciato debiti per 4,58 milioni di euro, principalmente per forniture di energia elettrica mai pagate.

“Ogni anno il comune spende un milione di euro per la raccolta rifiuti, ma questi soldi non rientrano perché i cittadini non pagano i tributi dovuti”, ha sottolineato Lentinello, evidenziando il circolo vizioso che ha portato al tracollo.

Il piano di riequilibrio

Per evitare la dichiarazione di dissesto, l’amministrazione presenterà un piano di riequilibrio che potrà durare fino a 20 anni. Entro 90 giorni dall’adesione al piano, prevista per settembre, dovranno essere definite le misure di risanamento.

Il percorso prevede una stretta collaborazione con il Ministero dell’Interno e la Corte dei Conti, che monitoreranno semestralmente l’andamento del piano. Durante questo periodo si bloccheranno le azioni esecutive e non potranno insediarsi commissari ad acta.

I sacrifici richiesti

Il risanamento comporterà sacrifici per tutti: cittadini, amministrazione e fornitori. L’ente ha già affidato la riscossione tributaria a una società esterna per accelerare il recupero dei crediti e censire le utenze non dichiarate.

La responsabile dell’area economico-finanziaria Gabriella Di Pasquale ha confermato che il principale sacrificio richiesto ai cittadini sarà il pagamento regolare delle imposte locali. “Più riscuotiamo, più facilmente risaniamo la cassa comunale”, ha spiegato.

Le responsabilità politiche

Il sindaco Rocca ha tenuto a chiarire che il commissario ad acta presente a Portopalo “non si nomina con il sindaco Rocca”, precisando che l’ente è commissariato da decenni per i ritardi nell’approvazione dei bilanci.

L’amministrazione attuale ha ereditato una situazione compromessa da anni di cattiva gestione, caratterizzata da quello che Lentinello ha definito “voto di scambio politico-tributario”: l’abitudine di non far pagare le tasse in cambio di consenso elettorale.

Le prospettive future

Il comune dovrà ora dimostrare alla Corte dei Conti la sostenibilità del piano di riequilibrio attraverso azioni concrete: vendita di beni non utilizzati, ottimizzazione delle spese, allargamento della base imponibile e accordi con i creditori.

“È un momento in cui bisogna stare uniti”, ha sottolineato l’esperto Lorefice, invitando maggioranza e opposizione a collaborare per il bene della comunità. Il successo del piano dipenderà dalla capacità di tutti gli attori coinvolti di assumersi le proprie responsabilità in un percorso di rinascita che si annuncia lungo e difficile.

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