Apprezzatissimo dirigente alle Attività Produttive, siracusano, sempre disponibile e preparato, Carmelo Frittitta è la vittima più illustre di un “turnover” che gli riserva soltanto un inappropriato demansionamento. Ma la deputazione siracusana poteva fare di più per tutelarne la professionalità?
Chiunque abbia avuto a che fare in questi ultimi anni con bandi regionali destinati alle aziende, opportunità di investimenti e incentivi vari di origine regionale avrà certamente avuto a che fare con il già dirigente del settore Attività Produttive, il siracusano Carmelo Frittitta, e nella stragrande maggioranza delle situazioni non potrà che raccontare storie a lieto fine.
Punto di riferimento per le aziende e le associazioni datoriali dell’Isola, Carmelo Frittitta si è ritrovato suo malgrado al centro di una disputa politica, sacrificato sull’altare dello scontro interno ad un partito, Forza Italia, che guarda già alla prossima legislatura regionale. In questo modo però si rischia di non comprendere che i problemi della Sicilia vanno affrontati – e possibilmente risolti – ora e subito, specie quelli legati all’imprenditoria e all’artigianato e certe scelte così strategiche devono avere un solo obiettivo, ossia quello di migliorare il funzionamento della macchina burocratica e non lanciare messaggi agli assessori considerati troppo intraprendenti.
Il depennamento di Frittitta, al quale non poteva più essere rinnovato l’incarico alle Attività Produttive perché sono trascorsi i 5 anni previsti dalla legge ma che avrebbe certamente fatto altrettanto bene in altri assessorati, diventa dunque una scelta puramente politica, fatta dal Governatore Schifani per “placare” le ambizioni di Edy Tamajo, facendogli insomma capire chi è che comanda.
Proprio a Tamajo va dato il merito di aver cercato in tutti i modi di difendere il dirigente e forse, anche a costo di sembrare un po’ campanilistici, questa battaglia poteva essere condotta con un po’ più di spirito “agonistico” anche dai deputati regionali siracusani, apparsi invece piuttosto distanti dalla vicenda.
Alla fine di questo “balletto” però tutti sembrano contenti, sebbene ci troviamo con una importante risorsa della burocrazia regionale dequalificata: chi trarrà dunque vantaggio da questa scelta, considerata la situazione generale della Sicilia?