Aggiornato al 08/10/2025 - 16:33
siracusapress.it
Libri

“Immortali” di Attilio Bolzoni: la borghesia mafiosa spodesta i boss

siracusapress.it

condividi news

Presentazione di grande interesse al museo Paolo Orsi di Siracusa

“Immortali” – edito da Fuori Scena – di Attilio Bolzoni mira a delineare il volto della nuova mafia, la cosiddetta borghesia mafiosa che, composta da chi in passato appoggiava dall’esterno i principali boss, spadroneggia in una Sicilia “pittoresca”, ben diversa, dunque, da quella che fu scenario di efferati crimini

Una mafia dunque “trasparente” che annovera nella sua organizzazione imprenditori, commercialisti, avvocati, notai, amministratori locali e alti burocrati, esperti del lavaggio del denaro, broker e che si dirama in un’Italia dimentica delle stragi che la insanguinarono.

Il libro, che si propone di smascherare senza timori e riverenze il fenomeno mafioso così come è stato confezionato anche dai mass media, è stato presentato nella sala circolare del museo Paolo Orsi da Carmelo Bennardo, direttore del parco archeologico e paesaggistico, dal giornalista Prospero Dente e da Giuseppe Costa Gingolph.

È stato sottolineato, innanzitutto, come le stragi del ‘92 abbiamo funto da spartiacque nel fenomeno mafioso un tempo in mano ai boss e dunque cruento adesso degli incensurati che dietro le quinte ne tirano le fila. A tal proposito, l’autore ha citato Letizia Battaglia, una delle più importanti fotografe di mafia che, dopo aver immortalato i morti ammazzati nelle strade grondanti di sangue e i boss dietro le sbarre, negli anni precedenti la sua scomparsa ebbe a dire di non sapere più fotografare la mafia.

Sulla stessa falsariga si colloca la stampa che, lungi dallo scandagliare i misfatti, dallo sbrogliare intrecci tra mafia e potere, riporta notizie da salotto. Si pensi alla cattura di Matteo Messina Denaro – acciuffato come tutti gli altri boss quando rivestiva ormai un ruolo marginale – e di cui sono stati svelati soltanto vezzosi particolari come l’uso da parte dello stesso del Viagra, i tentati approcci con le pazienti mentre si trovava ricoverato in ospedale, il nome dell’autista, ecc. “In Italia c’è sempre più mafia e sempre meno mafiosi” scrive nell’incipit l’autore e la borghesia mafiosa – che comanda dalla fine delle stragi – pur professando la cultura dell’antimafia – di fatto favorisce, sostiene e protegge solo sé stessa. E dire che in Italia qualcuno vorrebbe abolire il concorso esterno in associazione mafiosa perché non è un reato, ma un’invenzione giuridica.

Primo Piano

ULTIMA ORA

CULTURA

EVENTI

invia segnalazioni