Aggiornato al 11/09/2025 - 13:39
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Carcere di Siracusa al collasso, Scerra (M5S) interroga il Ministro: “Situazione drammatica”

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Il parlamentare del M5S denuncia la gravissima carenza di organico a fronte di quasi 700 detenuti. “Misure del Governo insufficienti, serve una vera riforma”

«La situazione della casa circondariale di Siracusa è ormai drammatica». A lanciare l’allarme è il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle, Filippo Scerra, che ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia per chiedere interventi immediati.

La denuncia si unisce a quella delle organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria, che da tempo segnalano una gravissima carenza di organico.

Numeri allarmanti: 700 detenuti e personale insufficiente

«A fronte di una popolazione detenuta di circa 650/700 persone, mancano decine di unità», spiega Scerra. «È una situazione che mette a rischio la sicurezza degli agenti ed anche quella degli stessi detenuti».

Il deputato chiede quindi al Ministro di spiegare al Parlamento «quali misure concrete intenda adottare questa volta. Non solo per Siracusa, ma per tutte le carceri siciliane ed italiane che vivono le stesse criticità».

Una denuncia che parte da lontano

Non è la prima volta che Scerra accende i riflettori sul carcere di contrada Cavadonna. Già lo scorso anno, dopo un sopralluogo, aveva portato la questione all’attenzione dell’amministrazione penitenziaria.

«Denunciai allora non solo le carenze di personale, ma anche quelle strutturali», ricorda il parlamentare. «Le tragiche conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: episodi di suicidio, autolesionismo e aggressioni che continuano purtroppo a ripetersi».

L’appello: “Servono riforme strutturali”

Per l’esponente del M5S, le misure adottate finora dal Governo si sono rivelate «assolutamente insufficienti».

«Serve una riforma vera», conclude Scerra, «con investimenti strutturali per potenziare il personale penitenziario e per garantire condizioni di lavoro dignitose agli agenti e, al contempo, condizioni di detenzione rispettose dei diritti umani».

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