Diversi insegnanti e alunni dell’Istituto superiore si dissociano dal contenuto sarcastico pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale della scuola in risposta all’inchiesta giornalistica sulla indagine della Guardia di Finanza su un progetto Pnrr.
L’autore del post è rimasto anonimo ed in silenzio, pur pretendendo di rappresentare una intera popolazione scolastica. Si è voluto fare, impropriamente, portavoce di docenti e studenti, criticando l’articolo sull’indagine della Guardia di finanza sui fondi Pnrr ottenuti dalla scuola di viale Aldo Moro per l’acquisto di strumentazioni elettroniche e per la realizzazione di un laboratorio di informatica. Vicenda su cui il dirigente scolastico, Enzo Michelangeli, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Quanto scritto dall’anonimo autore, a cui si sta cercando di dare un nome ed un volto (eppure, è il profilo ufficiale della scuola) ha destato notevole sorpresa e non pochi malumori. Fuori, con la solidarietà di Assostampa al giornalista autore dell’articolo, Sebastiano Diamante, ma anche dentro le mura scolastiche.
La nostra testata ha ricevuto una nota, a firma di diversi docenti e studenti che per ovvi motivi di riservatezza in questo momento vogliono rimanere anonimi, che hanno dichiarato di non sentirsi rappresentati dal post.
«Come docente del Bartolo – è la prima dichiarazione – desidero esprimere la mia distanza dai toni e dai contenuti del post pubblicato sul profilo Facebook dell’Istituto. Ritengo che le critiche, legittime o meno che siano, non possano prescindere dal rispetto per le persone, per i professionisti e per il ruolo dell’informazione libera. Credo in una comunicazione, a maggior ragione se istituzionale, aperta e misurata, che favorisca il dialogo e non il discredito».
Un altro docente si dice risentito per il fatto che quella che considera una vera e propria caduta di stile abbia coinvolto un Istituto che negli ultimi anni ha fatto molto ed ha investito parecchio nell’educazione degli studenti ad un uso attento e rispettoso delle parole e ad una formazione specifica nell’ambito della comunicazione, dando così un’immagine distorta e lontanissima dalla realtà della comunità scolastica pachinese, tirata in ballo dal comunicato di Assostampa.
«Perché non rilasciare delle dichiarazioni ufficiali invece di chiudersi in un silenzio che ha il sapore di un’ammissione di colpevolezza, e che per giunta lascia spazio a commenti e illazioni che non possono che far male alla scuola?», si chiede invece unaltro insegnante amareggiato dalla polemica ma ancora di più dall’atteggiamento della dirigenza che invece di intervenire con fermezza e chiarezza si trincera dietro un silenzio giudicato inopportuno. «Mi chiedo quali vantaggi possa avere un atteggiamento del genere, e quali benefici possa portare alla scuola una comunicazione che, su questo come su altri temi, invece di chiarire e spiegare sceglie di nascondersi e tacere».
E anche a qualche studente la gestione della pagina Facebook non va giù: «Se invece di fare solo post polemici inutili si mettessero in mostra le tante iniziative, i tanti successi raggiunti, le diverse eccellenze della nostra scuola, forse se ne darebbe un’immagine più bella e più rispondente a quello che è: una sana comunità educativa. Tutte le altre scuole fanno così, speriamo che almeno questo episodio possa portare ad un cambiamento di rotta».


				
								
															



															


