Il deputato regionale di Forza Italia chiede controlli sulla filiera transfrontaliera e investimenti per la qualità dell’acqua irrigua. La maggior parte dei casi è concentrata in Austria mentre in Sicilia non si registrano picchi anomali nonostante il consumo quotidiano di pomodoro fresco.
«Massima attenzione ai dati europei che non vanno sottovalutati, ma anche fermezza nel respingere allarmismi affrettati che rischiano di danneggiare una delle nostre eccellenze agroalimentari». Questa la posizione di Riccardo Gennuso, deputato regionale di Forza Italia, sul rapporto europeo che ha acceso i riflettori sui pomodori siciliani.
Il parlamentare prende atto del documento ma contesta qualsiasi nesso automatico con i prodotti siciliani senza un esame approfondito della situazione. «Non possiamo accettare che si crei un nesso automatico, assolutamente discutibile con i nostri prodotti senza un esame approfondito», afferma Gennuso, che sottolinea come ci siano «alcune anomalie che gettano un’ombra di dubbio sulla ricostruzione».
La prima anomalia riguarda la distribuzione geografica dei casi. «La gran parte dei casi è concentrata in un solo paese, l’Austria. Questo solleva seri interrogativi su dove sia realmente originato il problema, se nei nostri campi o piuttosto in fasi successive della filiera fuori dai nostri confini», spiega il deputato.
La seconda anomalia appare ancora più significativa. «Se ci fosse un’emergenza legata al consumo di pomodoro crudo, la Sicilia sarebbe il primo focolaio. Eppure, qui da noi, dove il pomodoro si mangia fresco ogni giorno, non si registra alcun picco anomalo di casi di salmonella. Questo semplice dato di fatto parla da solo e non può essere ignorato», sottolinea Gennuso.
Per questo motivo il deputato chiede con forza al governo nazionale e a quello regionale di attivarsi immediatamente su due fronti, ciascuno per quanto è di sua competenza.
Il primo intervento riguarda i controlli. «È urgente potenziare immediatamente i controlli sull’intera filiera, dalla raccolta alla grande distribuzione, con un focus specifico sui passaggi transfrontalieri. È lì che potrebbero nascondersi criticità che nulla hanno a che fare con la qualità intrinseca del nostro prodotto e con il lavoro dei nostri agricoltori», dichiara Gennuso.
Il secondo fronte riguarda la prevenzione. «È urgente che Governo nazionale e Regione Siciliana predispongano misure di prevenzione concrete. Dobbiamo aiutare gli agricoltori a garantire la qualità dell’acqua irrigua. I cambiamenti climatici, con l’alternanza di siccità e alluvioni, rendono questa risorsa più vulnerabile a contaminazioni. Servono investimenti e strumenti per mitigare questi rischi», aggiunge il deputato.
«La qualità del pomodoro siciliano non è in discussione. Chiediamo alle istituzioni di fare la loro parte per tutelare un prodotto che è un fiore all’occhiello di tutto il made in Italy alimentare e per sostenere concretamente i nostri produttori», afferma Gennuso, che conclude: «La Sicilia non ha paura dei controlli, ma chiede equità e rigore».


 
				 
								 
															


 
															

 
				 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								