Nelle prime otto giornate di campionato l’allenatore ha dimostrato di voler andare avanti con le proprie idee, ma adesso la classifica invoca cambiamenti
Non basta più il gioco propositivo fino alla trequarti campo avversaria per continuare a rincorrere l’obiettivo salvezza. E non basta nemmeno la sequela di indisponibilità che hanno caratterizzato le prime otto partite in campionato del Siracusa: servono concretezza, gol, punti, risposte. Tutto in ordine di priorità, se in Serie C gli azzurri non vogliono essere soltanto una comparsa.
Nel derby contro il Catania, la formazione di Marco Turati ha dimostrato – ancora una volta, se ve ne fosse bisogno – di essere fragile difensivamente e nella cerniera di centrocampo. Candiano e Limonelli non sono riusciti a pareggiare tatticamente gli avversari, sbilanciando il Siracusa e aprendo la strada agli attacchi catanesi. In avanti, invece, il gioco è stato anche a tratti piacevole, ma la manovra si è quasi sempre interrotta nell’ultimo terzo di campo: pochi, pochissimi tentativi di imbucate e l’incapacità degli attaccanti nel predisporsi alla ricezione del pallone, per tenere alta la squadra o per uno scambio veloce in area di rigore.
Già all’inizio della stagione Turati ha dimostrato di voler continuare nel solco del 4-2-3-1 che, in fase di non possesso, spesso diventa 4-3-3. La classifica, e l’inconsistenza del reparto offensivo, impongono però di guardare altrove, poiché per galleggiare in classifica occorre togliersi l’abito buono e indossare i panni del “risultatista”. Il cambiamento passa chiaramente anche da una crescita nell’atteggiamento degli undici azzurri in campo, ma l’aggiustamento delle posizioni e un modulo più prudente potrebbero già essere mosse salvifiche.
Prima della partita casalinga contro il Benevento, Turati aveva anticipato la possibilità di cambiare modulo e adattarsi in base all’avversario: già domenica, nella sfida di bassa classifica contro il Sorrento da vincere ad ogni costo, si attendono risconti in merito. Tenendo fede alla difesa a quattro, l’allenatore aretuseo potrebbe optare per un 4-4-2 più coperto, con Limonelli schierato da finto esterno a destra e Valente (o Parigini) sull’altro versante. Lo stesso dicasi con il numero 24 a sinistra e Guadagni (ristabilito dopo il forfait nel derby) sul lato destro. L’ulteriore variante è rappresentata dall’avanzamento di un terzino, Iob o Puzone a sinistra o a destra, per avere un esterno di centrocampo più difensivo. In mezzo al campo, con capitan Candiano potrebbe agire uno tra Frisenna, Gudelevicius e Damian. In questo caso, la prima punta di turno non resterebbe isolata ma avrebbe un partner con cui condividere il reparto e i duelli contro gli avversari: il rientro di Molina fornisce a Turati la possibilità di schierarlo al fianco della seconda punta Contini – mai convincente in questo primo scorcio di campionato – o del più strutturato Capanni per un tandem offensivo di peso. Un cambio di modulo avrebbe certamente risvolti anche sui movimenti e gli automatismi, ma sul punto servirà soltanto lavorare e acquisire le consapevolezze tattiche.
Diversamente dalla difesa a quattro, la rosa offrirebbe anche la possibilità di optare per una retroguardia a 3, e giocare a specchio con il Sorrento, nel caso specifico di domenica: in questo caso, con Sapola e Pacciardi troverebbe posto uno tra Falla e Bonacchi. A metà campo varrebbe lo stesso discorso fatto in precedenza, puntando sui terzini come quarti o quinti di centrocampo, a seconda se si tratti di 3-4-3 o il più sicuro 3-5-2. In caso di attacco a tre punte, il posto per gli attaccanti di ruolo sarebbe uno, mentre con il doppio centravanti ne risentirebbero i tanti esterni in rosa.
Dubbi, posizioni e varianti che riguarderanno esclusivamente mister Turati, non solo per l’impegno di domenica contro il Sorrento ma anche in ottica futura. Il bel gioco – offerto a tratti – e un ambiente ancora permissivo non bastano: per vincere, e riequilibrare la classifica, bisogna rifare il Siracusa.