Il Comitato chiede che il caso, anomalo, venga portato in Consiglio comunale
Si rivolge soprattutto al Consiglio comunale, ma anche alla Giunta del Comune di Siracusa, il Comitato Antincendio Siracusano, che nel suo ultimo comunicato ha voluto rendere nota al pubblico una situazione risalente allo scorso 31 agosto.
In tale data, si legge nel comunicato, un terreno di contrada Isola è stato interessato da un incendio di vaste proporzioni che avrebbe arrecato danni alle proprietà confinanti, arrivando a lambire le abitazioni: le fiamme avrebbero quindi arrecato danno ad un’area, quella che insiste sul Porto Grande, sottoposta a vincolo paesaggistico; solo l’intervento dei Vigili del Fuoco ha riportato la situazione sotto controllo.
Il Comitato dichiara quindi di aver provveduto a segnalare agli enti competenti l’inosservanza dell’Ordinanza sindacale n.6 del 24/4/2024 «relativa all’obbligo per tutti i proprietari, affittuari o altro, di terreni non edificati e/o aree verdi di provvedere per tempo alla loro pulizia a scopo precauzionale», ma aggiunge che in tale circostanza ha appreso che «il terreno in questione (insieme ad altri lotti limitrofi), rientrava nei beni confiscati alla mafia dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati al Comune di Siracusa e, quindi, trasferito al patrimonio indisponibile di detto Ente per l’utilizzo per le finalità previste per legge».
Il comunicato prosegue poi riportando la risposta dell’Amministrazione aretusea di fronte alla richiesta di risarcimento danni avanzata dai proprietari delle abitazioni fra via Lido Sacramento e via Rumania: i funzionari del capoluogo siracusano hanno infatti affermato che «il bene non è nella materiale disponibilità del Comune in quanto non ‘consegnato’», ma ritenendo tale risposta un «tentativo dell’Ente comunale di sgravarsi da ogni responsabilità», il Comitato ha invitato i Consiglieri comunali a portare la questione all’attenzione del Consiglio e della Giunta «anche all’interno di una riflessione più ampia sulle modalità con cui l’attuale amministrazione si occupa della gestione di beni che dovrebbero essere riconsegnati alla comunità per un pieno ripristino dei principi di legalità».