Aggiornato al 20/06/2025 - 10:45
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aria di ricorso

Gestione dell’acqua in provincia di Siracusa: il nodo politico si stringe, attesa per la posizione dei Sindaci

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Linea dura di Fratelli d’Italia, cosa faranno Forza Italia e i sindaci di Pd e Civici?

SIRACUSA – Il delicato processo di costituzione della società mista incaricata della gestione del servizio idrico integrato per i prossimi trent’anni nella provincia di Siracusa entra in una fase cruciale. Con il partner privato individuato e pronto a ricoprire il ruolo di socio di minoranza con funzioni gestionali e finanziarie, il confronto politico e istituzionale si sposta ora sul ruolo dei comuni e sulle modalità di nomina degli organi della nuova società.

Il decreto di commissariamento firmato dall’assessore regionale – poi dimessosi – Roberto Di Mauro, ha imposto ai Comuni il versamento delle quote per la costituzione del capitale sociale. Tuttavia, ha anche attribuito poteri straordinari ai commissari ad acta, includendo la possibilità di procedere autonomamente alla formale costituzione della società e alla nomina dei vertici, scavalcando il ruolo dei sindaci.

Una decisione contestata: il fronte del dissenso si allarga

Numerose voci critiche si sono levate contro un provvedimento ritenuto eccessivamente invasivo e potenzialmente lesivo della rappresentanza democratica locale. Le amministrazioni comunali che non intendono subire passivamente la perdita di prerogative fondamentali, hanno ora una sola strada: impugnare il decreto, con termine ultimo previsto per la seconda metà di luglio, a meno di un formale ritiro da parte dell’assessorato o di un accordo interno tra gli enti pubblici per costituire autonomamente la società e procedere alla nomina degli organi.

Il clima si è ulteriormente riscaldato dopo la richiesta di unità del centrodestra, mossa dall’ onorevole Gennuso di Forza Italia e le dichiarazioni dell’on. Luca Cannata, deputato nazionale e leader provinciale di Fratelli d’Italia, che ha messo in discussione l’intera linea strategica della coalizione: “Non si può governare con chi rappresenta l’antitesi politica”, ha affermato, riferendosi direttamente a Giuseppe Carta, esponente MPA, invocando trasparenza, rappresentanza e difesa del ruolo dei comuni nella gestione del bene pubblico per eccellenza: l’acqua.

Forza Italia in bilico: silenzio o strategia?

In questo scenario fortemente polarizzato, gli occhi sono ora puntati sul centro destra e in particolar modo su Forza Italia, la forza politica che – pur presente nella maggioranza regionale – non ha ancora espresso una posizione netta sul commissariamento e sulla futura governance della società mista. Il partito si trova davanti a un bivio decisivo:

Accodarsi al fronte del “no”, appoggiando l’eventuale impugnazione del decreto commissariale, in difesa dell’autonomia decisionale dei sindaci e della centralità dei territori;

Oppure, sostenere la linea dell’assessorato, contribuendo alla rapida costituzione della società, ma rischiando di alienarsi il consenso degli enti locali e di entrare in rotta di collisione con Fratelli d’Italia.

Il rischio, per Forza Italia, è di apparire ambigua o defilata in un momento in cui l’elettorato e le amministrazioni chiedono chiarezza. La gestione dell’acqua, infatti, rappresenta un banco di prova non solo amministrativo ma anche valoriale, in cui si confrontano modelli di governance, visioni sul ruolo del pubblico e prospettive di sviluppo sostenibile.

La governance dell’acqua come banco di prova per la coerenza del centrodestra

È evidente che la vicenda sta assumendo contorni sempre più politici. Il centrodestra provinciale e regionale si misura con una prova di coerenza e compattezza, dove ogni posizione, ogni silenzio, ogni ricorso o mancata impugnazione rischia di ridefinire rapporti di forza, alleanze e strategie future.

Sullo sfondo, resta aperta la questione della nomina dei componenti del consiglio di sorveglianza e della governance della nuova società, che secondo le ultime rassicurazioni dovrebbe restare nelle mani dei sindaci, con criteri ispirati al principio di rappresentatività, anche delle minoranze. Tuttavia, la permanenza del decreto commissariale e l’incertezza sulle sue reali implicazioni mantengono alta la tensione.

La partita è aperta, ma il tempo stringe

Con la scadenza del termine per l’impugnazione sempre più vicina, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Democrazia Cristiana e Lega dovranno decidere se esercitare un ruolo attivo nel proteggere la rappresentanza democratica degli enti locali, o se scegliere una linea più attendista. Di altrettanta importanza, la posizione che assumeranno in questo contesto anche i sindaci del Partito Democratico o di area Civica presenti al consesso. C’è poi la posizione di Palazzolo Acreide, comune a guida Democrazia Cristiana, fermamente convinto della necessità di una gestione “in house”, posizione recentemente corroborata da una decisione del CGA.  In entrambi i casi, le conseguenze saranno di lungo periodo: non solo per la gestione dell’acqua, ma per gli equilibri politici futuri in provincia di Siracusa e nella Regione Siciliana.

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