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Enzo Maiorca, 94° compleanno del “Signore degli abissi”: il ricordo della figlia Patrizia

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Il leggendario apneista siracusano avrebbe compiuto 94 anni il 21 giugno

SIRACUSAIeri 21 giugno avrebbe compiuto 94 anni Enzo Maiorca, il leggendario “Signore degli abissi” nato a Siracusa nel 1931, apneista tra i più famosi al mondo che ha riscritto i limiti delle immersioni subacquee. Nel giorno che sarebbe stato il suo compleanno, la figlia Patrizia, apneista e presidente del Consorzio AMP Plemmirio di Siracusa, lo ricorda con parole cariche di emozione e gratitudine.

Il maestro dell’apnea mondiale

“Per conoscere davvero il mare, bisogna prima conoscere la propria anima e il proprio cuore”. In questa frase si racchiude l’essenza di Enzo Maiorca, il siracusano che ha segnato un’epoca e riscritto il limite delle immersioni subacquee in apnea, abbattendo più volte il record mondiale.

La carriera del campione siracusano è stata costellata dai record: in assetto variabile partì da -45 metri nel 1960 e si migliorò per 17 volte, l’ultima nel 1988, quando arrivò a toccare uno stupefacente -101 metri alla veneranda età di 57 anni. In assetto costante restano scolpiti nella storia della disciplina i -55 metri del 1979.

“Il mare è stata la mia seconda casa” andava ripetendo Maiorca “con orgoglio e nostalgia”, aggiungendo sempre: “io gli sono grato”. Un legame profondo che ha caratterizzato tutta la sua esistenza, dalle gesta sportive all’impegno ambientalista degli ultimi decenni.

“È stato un pescatore greco” rivelò un giorno Maiorca “che mi ha spiegato come il cervello e il cuore umani fossero molto più sconosciuti degli abissi marini”. Forse è stato proprio allora che il campione siracusano ha creduto nell’impossibile e lo ha realizzato.

Dopo aver abbandonato la pratica agonistica, Maiorca ha sposato l’impegno ambientalista, che è diventato nel tempo la sua nuova passione, difesa anche da senatore fra il 1994 e il ’96 in una legislatura monca. Divenne poi l’ispiratore del cartello di associazioni ‘Sos Siracusà, che si batte per la tutela delle zone archeologiche e del paesaggio marino.

Nel 2006 ha ricevuto la medaglia d’oro al merito di Marina per le gesta sportive e la difesa dell’ambiente. “Salvaguardare il mare e le coste è un affare che riguarda tutti noi” era il suo motto, con l’impegno a “protestare ad alta voce contro coloro i quali vorrebbero affossare zone di grande suggestione”.

Il ricordo della figlia Patrizia

Patrizia Maiorca, che ha ereditato dal padre la passione per il mare e l’apnea, lo ricorda con parole meravigliose: “Sarebbe stato in questi giorni il compleanno di papà e a me piace ricordarlo come lo ricordo sempre nei momenti in cui ho bisogno di sentirlo a me vicino, sul barchetta di legno di Pippo XXII, il nostro amico marinaio”.

La barchetta tipica della marineria siracusana, bianca e blu, rappresenta il simbolo di un legame indissolubile con il territorio: “tutte e due, papà e Pippo, impegnati a litigare buonariamente per decidere in quale luogo andare e poi accordarsi felicemente per uno dei tanti meravigliosi posti di mare”.

L’incontro magico con i delfini

Tra i ricordi più preziosi, Patrizia racconta un episodio del 1979 che rimane “indelebile nella mente”: “stavamo andando a fare immersione a Capomurro di Porco di fronte in un posto che si chiama Saccone del Capo e mentre ci stavamo proprio arrivando nel luogo dove ci saremmo dovuti immergere vediamo lo spruzzo tipico del cetaceo”.

L’incontro si trasforma in magia pura: “ci siamo calati in acqua così, mio padre mia sorella Rossana, io e un fotografo triestino Gianni Mangiagli che era venuto qui per fare delle riprese di uno dei nostri record, ci siamo calati senza neanche indossare la muta, pinne, maschera e boccaglio, siamo riusciti ad avvicinarci a questi animali, erano un gruppo di delfini per l’esattezza grampi”.

La cerimonia dei delfini

Il momento culminante del ricordo: “si sono riuniti tutti quanti avvicinati a formare come se fosse stata una grande goccia con il vertice verso la superficie, poi siamo rimasti a scrutarci per un tempo che non saprei definire, uno alla volta che hanno fatto una sorta di cerimonia di saluto, il primo si è staccato da questa goccia ed è sfilato sotto le nostre pinne, uno alla volta tutti quanti hanno compiuto questa per l’appunto questa cerimonia di saluto”.

L’amore per Siracusa

“Papà è sempre stato letteralmente innamorato della sua città e per la sua città si è sempre speso tantissimo per cercare di migliorare determinati aspetti”, racconta Patrizia, evidenziando come oggi Maiorca “la vedrebbe per tal universo bene e ovviamente per altri versi male”.

L’eredità ambientalista

L’impegno ecologista di Maiorca rivive nelle parole della figlia: “si arrabbierebbe sempre per quella mancanza di attenzione che c’è nei confronti della natura e parlo dell’esterno, di ciò che avviene intorno alla città, anziché piantare alberi, gli alberi si tagliano e si costruiscono sempre nuovi edifici, questo a papà sicuramente non andrebbe bene”.

Un uomo autentico

Patrizia tratteggia il ritratto umano del padre: “mi piace ricordarlo come uomo di mare, persona semplice, persona affettuosa ma anche capace di dire di no, di opporsi con decisione quando c’era qualcosa che non gli andava bene, qualcosa che cozzava contro le sue convinzioni”.

L’eredità immortale

Nel 94° anniversario della nascita, Enzo Maiorca rimane immortale nelle acque del Mediterraneo che tanto amava, nei record che hanno fatto sognare generazioni di apneisti, nell’impegno ambientalista che continua attraverso la figlia Patrizia e nell’esempio di un uomo autentico che ha trasformato l’amore per il mare in una missione di vita.

Il “Signore degli abissi” continua a vivere in ogni immersione, in ogni battaglia per la tutela ambientale, in ogni momento di contemplazione del mare che bagna Siracusa, sua città natale e primo grande amore insieme agli abissi che lo hanno reso immortale.

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