Forti preoccupazioni per il futuro industriale del territorio siracusano e dell’Italia: tra crisi occupazionale, investimenti mancati e questioni irrisolte
La decisione di ENI di dismettere la controllata Versalis e abbandonare la produzione di chimica di base in Italia ha scatenato l’allarme tra i rappresentanti sindacali, tra cui UGL Siracusa. “Si tratta di una vera catastrofe industriale, che lascia l’Italia come il primo Paese in Europa a uscire dalla produzione di etilene e chimica di base”, denuncia la nota sindacale.
Il piano di ristrutturazione prevede la chiusura degli impianti di cracking di Priolo e Brindisi, dopo quelli già dismessi a Porto Torres, Gela e Porto Marghera, mettendo a rischio i siti produttivi di Ferrara, Mantova e Ravenna. Secondo UGL, questa scelta avrà “un impatto devastante sull’economia di intere regioni, in particolare la provincia di Siracusa“.
La critica al piano ENI è dura: “Non possiamo considerarlo una semplice riorganizzazione: si tratta di dismissioni che ignorano completamente le necessità dei lavoratori e delle comunità locali”. UGL ricorda inoltre che appena pochi mesi fa ENI aveva annunciato investimenti per 1,5 miliardi di euro su vari siti industriali, impegno che ora sembra disatteso.
Le incertezze su ISAB e IAS
Anche il futuro della raffineria ISAB di Priolo è motivo di preoccupazione. “Il fondo Goi Energy, che ne ha acquisito la proprietà, non ha ancora presentato il piano industriale promesso”, sottolinea UGL, evidenziando come le condizioni poste dal Governo, tra cui il mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi, siano rimaste lettera morta.
A complicare il quadro, persiste la questione del depuratore IAS, per cui “non esiste ancora una soluzione concreta, lasciando il territorio in una situazione di grave incertezza”.
Un appello al Governo
L’Ugl pone inoltre una domanda che suona come un appello: “Il Governo è consapevole di queste emergenze?“