I parlamentari pentastellati dopo il no della Corte dei Conti attaccano il governo e chiedono di dirottare i fondi sottratti allo sviluppo e alla coesione verso opere reali come il completamento della Siracusa-Gela e le infrastrutture di cui l’isola ha davvero bisogno.
«La bocciatura del ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti conferma quanto ho già sostenuto in Aula: quell’opera fantasmagorica non si farà mai». Filippo Scerra, parlamentare e questore della Camera per il Movimento 5 Stelle, commenta così la decisione della magistratura contabile che ha negato il visto alla delibera Cipess sul progetto.
«Lo stop che arriva dalla magistratura contabile sancisce l’impreparazione e l’incapacità di un governo di sprovveduti, capace solo di disastri», aggiunge Scerra, che torna a chiedere con forza la restituzione delle somme sottratte ai siciliani. Si tratta di 1,3 miliardi di euro prelevati dai fondi destinati a sviluppo e coesione nell’isola e dirottati sull’impossibile progetto del Ponte.
«I siciliani, come i calabresi, hanno bisogno di altro. Con i soldi disponibili, facciamo opere vere, completiamo la Siracusa-Gela, realizziamo le infrastrutture di cui la Sicilia ha veramente bisogno. Basta con le stupidaggini», dichiara il deputato, che aveva già presentato un emendamento per chiedere una revisione degli accordi di coesione con le regioni Sicilia e Calabria.
Sulla stessa linea il senatore siciliano del Movimento 5 Stelle Pietro Lorefice, che attacca duramente le reazioni del governo alla decisione della Corte dei Conti. «Comprendiamo bene la tranche agonistica del governo sulla riforma della separazione delle carriere dei giudici: mirabile per Nordio e cricca, sconfortante per il resto del paese. Sul ponte sullo Stretto però sfiorano il ridicolo le reazioni scomposte e in molti casi bambinesche contro la magistratura», afferma Lorefice.
Il senatore ironizza sulla posizione della premier: «Meloni prenda atto che non può separare la Corte dai Conti». Poi entra nel merito dell’opera: «Il ponte sullo Stretto è un’opera ottusa, anti-economica e devastante, tanto dal punto di vista ambientale quanto da quello sociale. Nel portarla avanti, Salvini ha camminato sulla testa di siciliani e calabresi fischiettando».
Lorefice ricorda la situazione delle infrastrutture siciliane: «È lo stesso Salvini che in Sicilia sta lasciando al palo decine tra opere stradali, autostradali e ferroviarie. E che l’estate passata ha permesso che centinaia di comuni rimanessero senz’acqua potabile per oltre sei mesi».
Il senatore pentastellato chiede serietà al governo: «Non si può arrivare in Parlamento con una manovra che definanzia decine di opere importanti e già avviate in tutto il paese, e poi scatenare questo armageddon verbale per una più che legittima pronuncia della Corte dei Conti su una singola opera».
La conclusione di Lorefice è netta: «In un Sud abbandonato, il ponte non solo non è una priorità, ma un danno che si aggiunge alla beffa». I due parlamentari del Movimento 5 Stelle chiedono quindi di invertire la rotta e di destinare le risorse a opere concrete e necessarie per lo sviluppo della Sicilia, a partire dal completamento della Siracusa-Gela, infrastruttura strategica per il collegamento della costa sud-orientale dell’isola.


 
				 
								 
															


 
															

 
				 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								 
								