I tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle Università siciliane stanno avendo ripercussioni negative sulla qualità e sull’organizzazione della didattica, sull’offerta formativa e sul reclutamento del personale docente
Inoltre, i fondi destinati alla ricerca sono stati ridotti, così come le possibilità di assunzione di nuovi dipendenti.
La riduzione degli investimenti nelle Università siciliane mette a rischio l’esistenza stessa degli Atenei dell’isola. Questo è particolarmente preoccupante se si considera il contesto generale di svantaggio e di sottosviluppo meridionale, che già presenta carenze di servizi e inefficienza dei collegamenti con i grandi centri urbani.
La situazione è ulteriormente aggravata dalla recente strategia del governo Meloni del PSNAI, che sta affondando le aree interne della Sicilia nella loro carenza di servizi e aumentando la migrazione con conseguente spopolamento. Di fatto, si assiste a una migrazione forzata dalla Sicilia dei giovani che intendono garantire al centro e al nord della nostra penisola un’istruzione universitaria più solida e una stabilità sociale ed economica.
La Sicilia, una terra natale, è considerata dalle misure governative e dal senso comune un luogo da cui inevitabilmente migrare. Questo è un problema che va oltre la questione universitaria e riguarda la dignità sociale e la pari opportunità per tutti i cittadini italiani, come stabilito dalla nostra Carta Costituzionale.
Un appello per il futuro degli atenei siciliani
È fondamentale che si prendano misure per invertire questa tendenza e garantire un futuro più sicuro e più promettente per le Università siciliane e per i giovani dell’isola. Solo così si potrà assicurare che la Sicilia non sia più considerata un luogo da abbandonare, ma un luogo dove poter vivere e lavorare con dignità e opportunità.