Aggiornato al 11/04/2024 - 16:52
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Salute, “Get up and go” – Alzati e cammina, il vero trattamento mininvasivo delle ernie addominali

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Le ernie addominali, soprattutto le ernie inguinali, rappresentano la patologia benigna maggiormente operata al mondo, con una incidenza del 7-8% e per tale motivo da sempre stimolo per i chirurghi ad un approccio estremamente versatile, ancor di più dall’avvento della chirurgia protesica

Il trattamento chirurgico delle ernie addominali rappresenta dunque una delle aree più dinamiche e in evoluzione della chirurgia moderna; su questo tema abbiamo incontrato nel poliambulatorio presso Casa di Cura Villa Azzurra a Siracusa una luminare del settore, la Professoressa Giovanna Brancato, chirurgo di grande esperienza, con una casistica personale di circa 5000 casi, Professore Associato di Chirurgia Generale della Facoltà di Medicina presso l’Università degli Studi di Catania, che da circa un trentennio si occupa di questa tematica non soltanto sotto il profilo assistenziale, ma anche scientifico, con oltre 60 lavori editi a stampa nazionale ed estera.
Le ernie addominali sono da sempre considerate, a torto, patologie di bassa-media difficoltà per qualunque chirurgo; in realtà non è proprio così, poiché la regione inguinale dal punto di vista anatomico e funzionale ha una sua complessità universalmente riconosciuta. La Prof.ssa Brancato ci parla nello specifico della transizione verso approcci chirurgici meno invasivi, sottolineando come “la pratica chirurgica si sia storicamente evoluta verso l’adozione di tecniche che limitano il trauma per il paziente, riducono i tempi di recupero e minimizzano il rischio di recidive e complicanze post-operatorie“. Questa evoluzione tecnica rispecchia una comprensione più profonda della dinamica delle ernie e del tessuto addominale, nonché degli avanzamenti nella tecnologia chirurgica.

Infatti  a partire dagli anni 80, prima oltreoceano e successivamente in Europa, sempre più spesso sono sorti centri di riferimento “Hernia Center”, dove professionisti competenti sono in gradi di trovare, di volta in volta, la soluzione chirurgica più adatta al caso clinico in oggetto, la cosiddetta  “ Tailored Surgery”, una chirurgia sartoriale su misura per ogni paziente. Questo grazie anche alla “European Hernia Society”, costituita da studiosi che negli ultimi vent’anni hanno dato vita ad un dibattito estremamente costruttivo e nel contempo chiarito i concetti fondamentali di natura anatomica e tecnica. A completare questo quadro del tutto rivoluzionario è stato l’uso dell’anestesia locale, che consente una riabilitazione rapidissima, infatti i pazienti rientrano al reparto deambulando normalmente ed hanno la possibilità di tornare alle normali occupazioni quotidiane dopo un paio di giorni in completo benessere. Questo è il trattamento chirurgico che noi riserviamo ai nostri pazienti dalla metà degli anni 90, una chirurgia gentile che consente di operare in sicurezza anche pazienti affetti da comorbilità importanti, quali : cardiopatici, broncopatici cronici, diabetici, dializzati, trapiantati. I pazienti “sani” vengono dimessi qualche ora dopo la fine dell’intervento, mentre tutti quelli che presentano uno stato clinico più delicato, la mattina seguente.

Intervenire tempestivamente può significativamente ridurre il rischio di complicanze quali l’intasamento e lo strozzamento, che spesso in urgenza finiscono per trasformare un’ernioplastica, relativamente semplice se eseguita da mani esperte, in un intervento di maggiore entità che potrebbe richiedere una laparotomia e, nei casi più gravi, la resezione segmentaria dell’intestino andato in necrosi.
Questa evoluzione tecnica rispecchia una comprensione più profonda della dinamica delle ernie e del tessuto addominale, nonché degli avanzamenti nella tecnologia chirurgica, inclusi strumenti più raffinati e tecniche di imaging di cui talvolta in casi specifici ci si può avvalere.
L’approccio innovativo e l’adozione di nuove tecniche riflettono l’impegno della comunità chirurgica nel migliorare costantemente gli esiti per i pazienti affrontando le ernie in modo più efficace e sicuro. Questi progressi sottolineano l’importanza di una diagnosi precoce e di un intervento chirurgico adeguato, essenziali per prevenire gravi conseguenze per il paziente e migliorare la qualità della cura e della vita post-operatoria.

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