L’Agenzia per la Sicurezza del Volo pubblica le conclusioni sull’incidente in cui morirono l’istruttore Stefano Baldo e l’allievo Gioele Bravo. Tra i fattori, l’addestramento a una quota non sufficientemente sicura
L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv) ha chiuso l’inchiesta sull’incidente aereo avvenuto il 12 febbraio 2020 nel comune di Carlentini, in provincia di Siracusa, in cui persero la vita l’istruttore Stefano Baldo, 53 anni, e l’allievo valdostano dell’istituto aeronautico di Catania, Gioele Bravo, di 20 anni.
Le conclusioni dell’inchiesta: “Verosimile perdita di controllo”
Secondo le conclusioni del rapporto Ansv, “l’inchiesta non è riuscita ad individuare in modo incontrovertibile la causa dell’evento”. Tuttavia, l’Agenzia ha delineato uno scenario probabile. L’incidente, si legge, “è stato verosimilmente innescato della perdita di controllo dell’aeromobile“.
I due erano a bordo di un velivolo Tecnam P2002 decollato dall’Aeroporto di Catania Fontanarossa per una missione addestrativa. La perdita di controllo sarebbe avvenuta durante l’esecuzione di manovre complesse, finalizzate al recupero dalla condizione di “vite incipiente”. “Alla perdita di controllo,” scrive l’Ansv, “non è seguita una rimessa in assetto e ciò ha condotto verosimilmente allo sviluppo di una vite e, poi, all’incidente”. Dopo circa 25 minuti di volo, l’aereo si schiantò al suolo, incendiandosi.
Tra i possibili fattori che potrebbero aver contribuito all’incidente, l’Agenzia indica anche “un’altezza di esecuzione dell’addestramento tale da non garantire in tutte le fasi sufficienti margini di sicurezza”.