Disastro ambientale. Questa l’accusa mossa da Mai (Movimento Antincendio Ibleo), Associazione Acquanuvena Ets, Legambiente Siracusa, Notoambiente, Archeoclub d’Italia di Noto, CAI di Siracusa, Natura Sicula e BC Sicilia che hanno presentato un esposto-denuncia al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa contro i responsabile degli incendi che negli ultimi tre mesi hanno messo in ginocchio la natura del Sud Est siciliano.

Gli attivisti sono accomunati dal sentimento di grave lesione subita dagli Iblei, in seguito dell’enorme quantità di territorio agro-forestale distrutto e della conseguente perdita della biodiversità caratteristica dell’area iblea.
“Siamo fermamente convinti che le indagini non debbano limitarsi all’individuazione dei responsabili diretti di questi crimini, ma anche di tutti coloro che, pur avendone le responsabilità istituzionali, non hanno attivato le misure preventive che ne avrebbero certamente limitato i danni”.
Gli ambientalisti, in buona sostanza, sottolineano che gli incendi di Vendicari, Cava Grande del Cassibile, Val d’Anapo –Pantalica, sono partiti dall’interno delle riserve naturali.
“I reati dunque che denunciamo non riguardano solo il mancato rispetto delle leggi esistenti – affermano – bensì anche la distruzione di ricchezze che sono patrimonio della comunità locale e della umanità intera”.
Le associazioni ambientaliste che hanno firmato l’esposto-denuncia e che collaborano attivamente alla protezione del territorio ibleo, vogliono spronare le istituzioni affinché informino adeguatamente i cittadini sull’importanza della prevenzione e verifichino l’applicazione delle vigenti leggi sempre in materia di prevenzione.
“Chiediamo quindi che vengano svolte inchieste serie e veloci, necessarie sia per individuare i colpevoli – concludono – che per creare un deterrente verso coloro che si ostinano ad appiccare incendi”.











