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30 gennaio alle 20

Siracusa, Se questo è un uomo di Primo Levi in scena al Teatro Massimo

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Daniele Salvo dirige e interpreta l’opera per la Giornata della Memoria. Parte dell’incasso a UNICEF

Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.”

Con queste parole Liliana Segre ci invita a non dimenticare, soprattutto in questo momento storico segnato da guerre e ingiustizie. Con questo spirito, nella settimana dedicata alla Giornata della memoria, nasce lo spettacolo teatrale  “Se questo è un uomo” , dall’opera di Primo Levi con la regia di Daniele Salvo, prodotto dalla associazione Città Teatro.  L’attore tanto caro a Siracusa per le numerose regie e interpretazioni al Teatro Greco, porta in scena giovedì 30 gennaio alle 20 al Teatro Massimo di Siracusa un testo potente per non dimenticare il dramma dell’olocausto.

A condividere la scena con l’attore Daniele Salvo ci saranno  Melania Giglio e Simone Ciampi.

«Tra il 1940 e il 1945 – racconta il regista – alcuni uomini sparirono improvvisamente nel gorgo della Storia. Erano uomini comuni, di razze, lingue, provenienze diverse. Uomini che da un giorno all’altro, senza alcuna avvertenza, vennero gettati violentemente nella realtà allucinante di Auschwitz, Birkenau, Mauthausen, Buchenwald e di molti altri Lager nazisti, nel cuore di quella che oggi è la moderna Europa. Di loro non restò nulla, di molti non si seppe più nulla.  Cosa significa oggi, 70 anni dopo, affrontare ancora una volta lo sterminio nazista ed interrogarsi sui motivi e sulle ragioni storiche che portarono l’umanità al periodo più buio della sua storia?  In periodo di revisionismo, memoria a breve termine, canzonette, fiction televisive, teatro d’intrattenimento, pornografie performative, reality show ed eroi di un giorno, incontrare la voce di Primo Levi porta a profonde riflessioni sul senso della nostra vita. In anni di conformismo, viltà, superficialità, vuoto di intenti ed ideali, in anni in cui i “giovani” vengono strumentalizzati, piegati al mercato, ridotti a consumatori senza personalità, la testimonianza di Levi parla direttamente alle nostre coscienze, ci scuote violentemente, mette in campo sentimenti ed emozioni private e profondissime. Molti uomini in quegli anni morirono per noi, per assicurarci un futuro possibile, una speranza di civiltà. Noi oggi, frivoli abitatori del nostro tempo, noi, convinti che la libertà sia qualcosa di certo o scontato, abbiamo una immensa responsabilità, dobbiamo assolutamente mantenere una promessa scritta con il sacrificio e il sangue. Con la distanza del tempo non dobbiamo, non possiamo dimenticare e ci permettiamo di entrare nella stanza di Levi, in punta di piedi e con estrema attenzione e profondo rispetto, tentando di restituire alle sue memorie l’inaudita umanità e la straordinaria forza della sua voce perduta. Voce sincera e potente che ci porta direttamente ed inavvertitamente nel cuore del Novecento, al centro del petto di chi è stato offeso ed umiliato”.

Lo spettacolo rientra nella rassegna di Teatro Civile e una parte dell’incasso sarà devoluta in beneficenza a Unicef ».

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