Aggiornato al 17/02/2025 - 12:16
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Esilarante

Teatro di Priolo: “Casalinghi disperati” il talento e l’allegria

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Quattro uomini, amori finiti e tanta ironia: il debutto travolgente di “Casalinghi Disperati” al Festival “Liberamente”

L’esilarante performance “Casalinghi disperati”, con cui nella splendida cornice del teatro comunale di Priolo ha preso il via il primo Festival del teatro amatoriale “Liberamente”,direzione artistica di Deila Caruso -, è la storia di quattro cuori infranti che grazie alla convivenza, tra paradossi ed equivoci, anestetizzano il dolore e diventano veri amici. Ad esibirsi è stata la compagnia teatrale “Sotto il tocco” di S. Giovanni La Punta, per la regia di Michele Russo, composta da: Marco Legname, nei panni d Marco, una buona forchetta, che ha cambiato sei lavori nell’arco di un anno, e cucina pasta a pranzo e cena, la parola d’ordine è risparmio; Alessandro Ragusa, che dà voce e corpo ad Alessandro, un gay che con gli elettrodomestici e con la cucina è una vera frana; Luca Parisi, che impersona Luca, un ipocondriaco, attaccato per ogni quisquilia alla boccetta dell’ansiolitico; Emanuele Leotta, che è Emanuele, un vicino di casa, disperato il quale, lasciato appena da Silvana, irrompe nella casa dei tre, e rivendica uno spazio tutto per sé. In uno sfondo scenografico curato nei minimi particolari – un’enorme cucina con mobili e suppellettili al completo, piatti, stoviglie, bottiglie, perfino la lavatrice, un comodo divano e certi complementi d’arredo – gli attori si muovono con disinvoltura, calati nel ruolo, mostrando la loro bravura. Sulla parete tre porte conducono nel resto della casa, il bagno, le camere da letto, bastevoli per tre, l’altro dorme nel soggiorno, comunque, non ci sta stretto.

Ognuno rievoca il proprio amore trascorso e il doloroso rapporto con i figli che, per colpa dell’ex, si è interrotto; perfino Alessandro è padre di una creatura, concepita quell’unica volta che di giacere con una donna ebbe la sventura. E quando Alessandro si china verso il forno, per controllare il pollo – c’è puzza di bruciato torno torno – Emanuele gli si piazza dietro, vuole mandare via il fumo, apre e chiude la vestaglia, lo sbalordimento per Marco che li vede è completo.

Marco lo racconta a Luca che quando sente che Alessandro era a 90 gradi, capisce fischi per fiaschi, e anziché alla postura, pensa alla gradazione del forno che andava regolato invece a 170. Fra tutti il più disperato appare comunque Emanuele, la sua amata Silvana è andata via con un altro, e lui rimpiange le volte che non le ha rivolto attenzioni, bastava un apprezzamento del vestito, un fiore nel giorno di san Valentino.

Scelgono dunque Luca per far rappacificare la coppia, convincere Silvana, ma dopo un po’ dalla finestra, li scorgono in posizioni, come dire, non puritane. Non appena Emanuele scopre la tresca, neanche a dirlo, si sente tradito, quest’altro furto d’amore immancabilmente va punito. Un colpo di pistola per Luca e per chi ha architettato il piano, nessuno ci rimette le penne, la ferita guarirà a mano a mano.

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