La pièce teatrale “Il tango delle capinere” di Emma Dante, portato in scena al teatro “Massimo” di Siracusa, riducendo al minimo la dimensione dell’oralità, per cedere il posto alla fisicità, celebra la vita che passa e trascolora, tra rimpianti, rimorsi e teneri ricordi anche dell’ultima ora
A calcare la scena, allestita con due bauli custodi di oggetti “parlanti” e assurti a luoghi della memoria, sono stati Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, che, accompagnati dalle canzoni di Mina, Luigi Tenco, Rita Pavone, Gianni Morandi, Vianello, Francesco De Gregori e Nilla Pizzi, hanno ripercorso a ritroso le tappe del loro longevo amore, scorso senza particolari tempeste e scossoni, punteggiato soltanto da diverbi e comuni dissapori.
Lo spettacolo (Cristian Zuccaro alle luci) dai toni caricaturali e grotteschi si è aperto con l’ingresso della coppia che, già anziana, indossa gli abiti da cerimonia lisi dal tempo, la maschera è solcata da rughe, la pelle avvizzita, l’effetto è quello di un’espressione stranita. Una performance evocativa a tratti delle spettacolo circense e che sembra rifarsi alle scene di un film muto, in cui i due si muovono in maniera goffa come marionette.
Ma è anche uno spettacolo romantico, in cui il cambio di abiti segna le tappe di quell’amore vissuto, dall’incontro al mare, al giorno del matrimonio, dalla gravidanza, alla nascita del loro bambino, in un mix superbo di gestualità, di parole smozzicate in uno scoppiettante palermitano e in una danza aggraziata e che va anche contromano. È un viaggio onirico eroso dagli anni, uno spogliarello dei vestiti simbolici che portano addosso, in cui i due attori sono affiancati da due compagni silenti: lo spazio e il tempo. Eh, sì, perché quello spazio ridotto all’essenzialità che accoglie inizialmente la coppia ricurva su se stessa diventa palcoscenico di una primitiva, carnale, selvaggia danza, così come è il tempo che autonomamente avanza.
E, infine, il cielo fu tappeto di stelle, un brillio sull’amore, che la morte scioglierà come neve al sole. “E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica”.