Ordigni stordenti da 170-180 decibel utilizzati contro imbarcazioni civili. Esperti: “Rischi per salute e violazioni diritto internazionale marittimo”
L’uso di bombe sonore contro la flotilla diretta verso Gaza ha riacceso il dibattito sulle cosiddette “armi non letali” e sui loro rischi in contesti civili. Gli ordigni, progettati per disorientare senza uccidere, possono causare danni permanenti se utilizzati impropriamente.
Cosa sono le bombe sonore
Le granate stordenti (flashbang) sono ordigni che producono un lampo intenso e un’esplosione assordante per disorientare temporaneamente le persone presenti nell’area. A differenza delle granate a frammentazione, il loro involucro rimane intatto concentrando l’effetto su suono e luce piuttosto che sulla frammentazione.
- Intensità sonora: tra 160 e 180 decibel a 1,5 metri di distanza
- Effetto visivo: flash da milioni di candele causando cecità temporanea
- Durata: disorientamento di alcuni secondi fino a minuti
Un esempio standard è la granata M84 utilizzata dalle forze USA e dai corpi SWAT, che genera suoni di 170-180 dB.
Nonostante siano classificate come “armi meno letali”, le flashbang comportano rischi significativi:
- Danni all’udito: le onde di pressione possono disturbare l’orecchio interno causando perdita d’equilibrio, tinnito o danni permanenti
- Lesioni oculari: traumi da esposizione al flash intenso
- Ustioni: superfici e oggetti vicini possono incendiarsi
- Danni cerebrali: da uso scorretto o troppo ravvicinato
I rischi aumentano considerevolmente in spazi chiusi o con soggetti vulnerabili come anziani e bambini.
Secondo fonti giornalistiche internazionali, ordigni di questo tipo sarebbero stati lanciati contro la flotilla diretta verso Gaza con l’obiettivo di disperdere o disorientare le imbarcazioni.
Al Jazeera ha segnalato esplosioni e interferenze delle comunicazioni nella zona della flotilla, mentre droni sorvolavano l’area. L’Associated Press ha documentato l’uso di granate stordenti anche contro civili in contesti umanitari a Gaza.
L’uso di qualsiasi tipo di forza deve rispettare i principi di necessità, proporzionalità e distinzione sanciti dal diritto internazionale umanitario.
Problematiche specifiche:
- Protezione dei civili: l’impiego contro imbarcazioni civili può configurarsi come abuso
- Diritto alla navigazione: interferenza con attività umanitarie legittime
- Acque internazionali: uso di mezzi coercitivi contro navi in alto mare
Esperti di diritto internazionale sottolineano come l’uso di tali dispositivi contro civili in navigazione possa violare multiple convenzioni marittime.
Le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato l’uso di flashbang contro la flotilla come “misura coercitiva e intimidatoria” che:
- Interferisce con attività umanitarie
- Viola il diritto alla navigazione
- Compromette l’assistenza ai civili nella Striscia di Gaza
Nel corso degli anni sono stati registrati casi di ferite gravi conseguenti all’uso scorretto di questi dispositivi:
- Lesioni permanenti all’udito
- Traumi oculari
- Danni cerebrali da esposizione ravvicinata
Questi precedenti alimentano le preoccupazioni sull’uso in contesti civili.
La questione centrale riguarda la proporzionalità dell’uso di tali mezzi contro imbarcazioni che trasportano aiuti umanitari. Gli esperti si interrogano su:
- Necessità militare dell’intervento
- Alternative meno rischiose disponibili
- Tutela dei diritti umani in mare aperto











